martedì 28 luglio 2009

Volare (oh-ho)

Quando facevo le elementari, avevo un compagno chiamato Nico. Egli era un ragazzo senza peculiarità, tranne per il fatto che andasse male a scuola.
Questa peculiarità lo aveva portato ad essere odiato dalla maestra, che addirittura pretendeva che lui le desse del lei (mentre noi tutti le davamo del tu).

Sono dell'idea che questo modo di fare della maestra in qualche modo portò il ragazzino ad essere un ribelle e anche il pagliaccio della compagnia.

Una volta, tanto per ridere (e per farsi notare), fece un salto da una rampa delle scale.

Immaginate questo salto: il ragazzo salta a braccia e gambe aperte, con un pochino di rincorsa, per atterrare a terra in maniera perfettamente parallela al terreno, tranne un minimo di istinto di autoconservazione che gli fece piegare un pochino le gambe e le braccia.

Questa piega lo portò a farsi del gran male alle gambe. Mentre era a terra gridando dal dolore, un mio compagno si avvicinò e gli disse: "Ma cosa volevi fare?"
E lui: "Volevo fare superman!"
E il mio compagno: "Ma superman non vola a braccia e gambe aperte!"
Io mi intromisi e dissi: "Comunque superman non sarebbe caduto"

Che bambini di merda.

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