martedì 30 settembre 2008

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 4

Capitolo 4




Quella chiave era un rebus. Braselo aveva provato ad infilarla nella sua porta di casa e non l’apriva, aveva provato nella porta di Slominski e non l’apriva. Aveva provato in quella di Michael Jackson ma nulla da fare.

Evidentemente quella chiave non apriva alcuna porta. Evidentemente apriva qualcos’altro.
Proprio di fronte a lui si trovava in quel momento il temibile lestofante noto come “L’Uomo Troppo Bello”. Subito L’Uomo colse l’occasione e disse la frase che lo aveva salvato in ogni occasione: “Amami ora”
Braselo conosceva quel tranello e sapeva come rispondere “Non posso amarti, sei troppo bello”.
La risposta gettò nelle lacrime L’Uomo Troppo Bello. Questo porterà in tribunale Braselo e vari animali a noi non noti, come la Scolopendra Giovanna e lo Staffilococco Alberto, ma non è qui che leggeremo le loro storie.
La chiave.
La chiave era l’unica cosa che Braselo aveva in testa. L’unica cosa.

Quella sera Braselo tornò a casa e sua moglie lo salutò con un bacio.
Braselo accettò di buon grado e poi chiese “E tu chi sei?”
“Ma come chi sono?” disse Katia stupita “Sono la tua lasciva moglie!”
“Ah, certo” disse Braselo “Oggi ho avuto in testa solo questa chiave”
“Chiave? Cos’è, un verbo volgare?”
“No, è per aprire le cose”
“Quindi è quello che penso, una cosa volgare”
“Abbiamo entrambi capito cosa vuoi, Katia, ma attendi solo un secondo”
Braselo mise la chiave sul tavolo. Finalmente ricordava tutto. Si girò e si gettò tra le calde gambe di sua moglie, senza chiedersi perché la chiave lampeggiasse debolmente.

lunedì 29 settembre 2008

Da dietro

Una volta ero con due miei amici a Montecarlo. In quell'occasione, mentre stavamo andando in una specie di galleria pedonale, uno di questi ci raccontò questa storia:

"Quando eravamo in Inghilterra, un mio amico era riuscito a farsi una. Questa ad un certo punto si mette giù a novanta e dice al mio amico "Take me from behind". Se una tipa mi dice così, io perdo tutto il rispetto. Prima di tutto le spacco una sedia sulla schiena e poi... e poi vabbè la prendo da dietro"

Questa storia insegna alle donne che ad essere smargiasse si rischiano sediate sulla schiena. Siate accorte.

venerdì 26 settembre 2008

Il fantasma di Canterville ci salverà

Quando eravamo in seconda superiore, venimmo portati a vedere una rappresentazione teatrale in lingua inglese de "Il fantasma di Canterville".
L'opera fu divertente, ma non avrei mai pensato che quel fantasma, un giorno, mi avrebbe salvato.

Due anni dopo, in quarta, avevo un prof di Inglese molto bravo, ma anche piuttosto eccentrico: amava vestirsi con pantaloni GIALLI e giacca ROSSA.

Una volta questo professore interrogò me ed un mio compagno, che chiamerò Ferra.
Io andavo benissimo in inglese, quindi non temevo nulla.

Capii che invece dovevo incominciare a temere quando il prof. disse: "Allora ragazzi, visto che sono appena finite le vacanze di Natale, vi interrogherò sul libro a scelta che dovevate leggere come compito".
Non avevo letto alcun libro, mi ero dimenticato.


Prof: Allora, Ferra, che libro hai letto?
Ferra: Ehm... io... non ho letto nessun libro, mi sono scordato
Prof: Vergogna! Torna al tuo posto! Ti becchi QUATTRO!

OCCRISTO, pensai. Dovevo inventarmi qualcosa. SUBITO.

Prof: Allora Monopoli, tu cosa hai letto?
Io: Io... ehmm.. Ho letto "Il fantasma di Canterville"!
Prof: Bene, raccontalo!

Raccontai la storia che avevo visto al teatro, anche se non ricordavo molto bene il finale.
Comunque il professore fu soddisfatto e mi mise Sette e Mezzo.

Anche da morto, il fantasma di Canterville interviene a salvarci. Altro che la Madonna.

giovedì 25 settembre 2008

Pallina Rimbalzina

Da bambino, quando avevo sì e no 8 anni, avevo una pallina rimbalzina, una di quelle pallette di gomma tutte colorate che, se lanciate, rimbalzano dappertutto senza mai perdere la propria energia cinetica.

Una volta, giocandoci, questa andò ad infilarsi sotto al letto dei miei genitori. Purtroppo il letto dei miei genitori aveva tutto attorno una cornice di legno, che rendeva il sotto del tutto inaccessibile.
Mi rassegnai.

Anni dopo, quando ne avevo 12, ci trasferimmo a Rescaldina, quindi dovemmo fare il trasloco. Ben conscio di questo, andai nella stanza dei miei mentre smontavano il letto.
Trovai la pallina rimbalzina lì, dove era andata quattro anni prima.

Tutto contento la ripresi e ci rigiocai. Ero davvero colpito: 4 anni ed era ancora lì, senza che nessuno l'avesse mai presa.
Incredibile.

Il sullucchero comunque durò poco: dopo pochi istanti, la pallina saltò chissà e dove e non la ritrovai mai più.

Non doveva essere destino.

mercoledì 24 settembre 2008

Nuove parole chiave

Poco fa ho guardato le parole chiave che, messe nei motori di ricerca, hanno portato qui.

Eccone di nuove:

(Questa è tutta intera)
ortica ortiche ortica or ortiche or sculacciata -buttare -buttata -frittata -infuso -tisana -risotto -ricetta -diuretica sculacciata


- nicotina monopoli
- ginecologo mia moglie (immagino che cercasse il ginecologo di sua moglie)
- pompini curiosi (che non manca mai)

martedì 23 settembre 2008

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 3

Capitolo 3


La malvagità si presenta nelle spoglie più curiose: talvolta come gradasso che rompe un dente ad un ragazzino, talvolta come scopino del cesso nel culo. Queste due manifestazioni della malvagità trovano tutte corrispondenza in una sola persona, una persona che non passerebbe inosservata in mezzo ad un circo di freak, ma che potrebbe passare in mezzo ad una fiera senza essere visto da nessuno. Questo perché le persone rifuggono lo sguardo dalla malvagità pura.
Quest’uomo è Craig Tazzullo, criminale indipendente di New York.
Porta la barba lunga fino alle ginocchia, indossando una tuba alta almeno quanto lui. Questo per intimidire e turbare il prossimo con un look fuori dal tempo e dallo spazio.
La carne di quest’uomo è interamente fatta di malvagità, mentre le ossa non mostrano particolari di rilevanza.
Quella notte, Craig Tazzullo era impegnato nel sommo atto malvagio: il far ascoltare musica pop ad un cultore della musica classica.

“BASTA! PER CARITA’ DI DIO, BASTA!” gridò l’uomo legato alla sedia.
Tazzullo era seduto di fronte a lui, una mano sulla spada e l’altra sul fianco “Allora è tempo che tu mi dica dove nascondi il tuo oro”
“LE HO DETTO CHE NON HO ORO, MA SOLO DIAMANTI E PLATINO!”
Tazzullo scosse la testa “Se non parli, sarò costretto a mettere i Coldplay”
“ODDIO; IN NOME DI TUTTO CIO’ CHE E’ SANTO, NO!”
Tazzullo impugnò il disco, ma l’uomo ormai era svenuto. Perdeva sangue dal naso e respirava a fatica.
Ogni tanto, anche la malvagità può avere pietà, ma solo perché una persona viva può essere torturata, mentre una morta no.
Tazzullo uscì dalla casa, ma lasciò il colpo di grazia: Gigi D’Alessio in carne ed ossa nel congelatore. Non starò qui a spiegare il terribile effetto detonante della cosa, poiché immagino che sia chiaro a tutti.

La vita è una commistione casuale di eventi, che noi inanelliamo in una sequenza precisa e cronologicamente ordinata. Per capirci: PRIMA si nasce, POI si copula. Chiarito questo, è importante definire cosa Tazzullo intenda per vita: la vita per Tazzullo è tutto ciò che avverrà dopo che Braselo sarà morto. Tutto quello che c’è prima non è altro che la ricerca spasmodica della vita.
La vita oggi veniva cercata nei vicoli bui, dei quali Tazzullo ha fatto il suo regno. Qui lui è il sovrano, ma non ha alcuna corona. Questa è nelle mani degli Aquati, un’associazione criminale in lotta con gli eterni nemici: i Flagiati. L’ultima guerra fu tanto sanguinosa quanto nascosta: non vi fu media che ne parlò, ma i canali furono sporchi di sangue per giorni interi. Da questa guerra gli Aquati presero il potere assoluto dello stato di New York, con diritto di prelazione su qualunque atto illegale premeditato. Su tutti tranne che su Tazzullo, poichè andare contro Tazzullo significa andare contro la morte, che Tazzullo è in grado di dispensare a larghe mani.

Il vicolo nel quale si trovava Tazzullo era certo molto buio, assolutamente sporco e distintamente maleodorante. Questo non fermò Tazzullo dall’entrarci, sporcando i suoi stivali e grattando la sua tuba contro i balconi. Con pochi passi fu vicino al suo scopo: un vecchio che sosteneva di sapere tutto di tutti in città.

“Salve, Vecchio” disse Tazzullo, aprendo il suo mantello da cattivo “Oggi non ho pazienza, quindi verrò al sodo”
“Quindi chiedimi pure, Tazzullo” rispose il vecchio, senza guardare “Ma la mia parola costerà”
“I soldi non sono un problema per me, vecchio, quindi ti chiederò” rispose Tazzullo, piccato
“Poni dunque il tuo quesito, figlio di Ebenezer Tazzullo”
“Porrò dunque a te il mio infausto quesito cosicchè tu possa soddisfarlo”
“Attendo con ansia il tuo turbolento quesito”
“La soddisfazione che ne deriverà determinerà la durata della tua vita”
“Laonde per cui non vedo perchè attendere ulteriormente: ponimi il tuo regio quesito”
“Ecco che ora te lo pongo”
Tazzullo estrasse dalla tasca una chiave: una chiave perfettamente liscia e levigata. La porse al vecchio.
“So cos’è” disse il vecchio “Ti costerà 25 ghinee”
“Ho dollari con me”
“Hai detto che i soldi non erano un problema”
“Infatti non lo sono. Ponimi la tua richiesta in dollari”
“Se dici di non aver problemi di soldi, dammi 25 ghinee”
“La ghinea non è più in corso da anni!” rispose Tazzullo, avvicinando la mano alla spada
“Frena il tuo ardore, giovane Tazzullo. Se mi togli la vita, non ti potrò dire ciò che vuoi sapere, ma per dirtelo voglio 25 ghinee”

lunedì 22 settembre 2008

L'amore fa fare cose estreme

Un mio amico ebbe una volta a raccontarmi una storia divertente, che vi spiego ora.

Daremo ora dei nomi ai personaggi di questa storia, dei nomi inventati.
Chiameremo il maschio Aldo e la femmina Marta.

Aldo e Marta stavano assieme ed erano contenti, tanto che Marta aveva le chiavi della casa di Aldo.
Un giorno però l'idillio si ruppe Aldo lasciò Marta.
Ella però non la prese bene.

Una sera Aldo stava in casa sua e dormiva sul divano, nella sua stanza con le luci spente. Ad un certo punto un colpo cruento alla base dello stomaco lo fa svegliare di soprassalto.
Aldo, immerso nel buio, d'istinto tira un pugno alla cieca e colpisce un viso.
Questo viso appartiene a Marta, che rattristata se ne va.

Vediamo che è successo: Marta è incazzata con Aldo, così va a casa sua (poichè ne ha le chiavi). Lo trova che dorme sul divano al buio, così non le viene in mente niente di meglio che ficcargli un pugno in pancia a trandimento.
Aldo si sveglia e nel panico del risveglio le infila un pugno in faccia.

Questa storia ci insegna una lezione molto importate: dormiamo sempre con la luce accesa.

Poi vabbè, quando lasciamo una ragazza riprendiamoci le chiavi di casa, ma quello è secondario.

giovedì 18 settembre 2008

Il dolore secondo la gente

L'altro giorno ero a casa di un mio amico, con svariati amici.

Ad un certo punto uno di questo colpisce col gomito il poggiagomito della sedia e dice: "Argh! Mi sono beccato proprio il nervo della bestemmia!"

Allora uno dice: "Sai, a me fa male quando sbatto il mignolo del piede contro la gamba del tavolo"

Subito un'altro risponde: "A me fa male quando mi mordono le palle!"

Pure a me. Credo.

martedì 16 settembre 2008

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 2

Capitolo 2

“TANTI AUGURI A TEEEE TANTI AUGURI A TEEEE TANTI AUGURI MARTIN TANTI AUGURI A TEEEE!!”

Le urla di giubilo riempirono l’aria, mentre Braselo, entrando in ufficio, cercava di nascondere il più possibile il calendario: lui odiava le feste: erano fastidiose, rumorose e qualcuno finiva sempre per vomitare sul muro, sul soffitto, nelle bevande, nella piscina o quando le cose diventavano particolarmente euforiche, addosso a lui.
Comunque una buona festa non era certo male, così si tolse il cappello e disse : “Grazie ragazzi, ma...” si guardò intorno ”Non vedo dove siano i regali”
“Ma sono qui, Martin!” disse Carmen, la segretaria “Leggi il biglietto!”
Martin prese il biglietto e lesse:
“A Martin, per il suo ventottesimo compleanno, auguri! Gli anni passano e quelli da vivere sono sempre meno, eh? La bieca mietitrice si avvicina, ma sii felice! C’è gente più vecchia di te, come ad esempio il Papa”.

“Hey Braselo!” gridò Slominski, il capitano “Non è ora di riprodursi?”
“Faccio quello che posso” rispose Braselo bevendo un sorso di spuma “Ma per ora preferisco avere mia moglie nella sua forma ottimale”
“Fai bene, ragazzo mio. Io ho due cani e quando sono nati è stato un casino mica da ridere” Slominski prese un sorso di gazzosa “Poi ho anche due figli, ma a quelli pensa mia moglie. Leggono e scrivono, ma non mi sembrano più intelligenti dei miei cani. Loro ad un anno già si riproducevano, mentre i miei figli ad un anno non facevano che vomitare e bestemmiare”

Dopo la festa, Braselo si avvicinò alla sua scrivania e trovò una lettera. Erano ormai svariati anni che non riceveva una lettera, ormai riceveva solo e-mail. Prese la lettera, la annusò e sentì chiaramente il profumo: Channel n°5. La lettera doveva essere di Marylin Monroe.
Prese un coltello ed aprì la busta: a prima vista pareva vuota.
Ci mise dentro la mano e ci trovò una chiave, con un numero.
Braselo la prese, ne saggiò la consistenza ed il peso, vi si sedette sopra, ne valutò le proprietà terapeutiche e ne leccò la superficie. Fatto questo, la guardò: il numero era il “5”.
“Cinque” disse “Come le dita della mia mano”
La coincidenza non poteva essere casuale, ma non era quello che lo turbava: la chiave aveva il disegno perfettamente cilindrico, senza segni o scalfitture. Marylin era stata abile.

lunedì 15 settembre 2008

Napoli a Champoluc

Il 15 agosto, ogni anno io ed i miei amici facciamo una bella grigliata a Champoluc, al Pian Villy, una zona attrezzata appunto per le grigliate.

Quell'anno, sin dal mattino, si aggirava per la pineta un gruppo di personaggi interessanti, provenienti direttamente da Napoli, come loro ci dissero.

Questi personaggi iniziarono a montare un gigantesco gazebo, sotto al quale piazzarono un tavolo lungo un paio di decine di metri. Dopo aver piazzato il tavolo, iniziarono a cercare la legna. Non ne trovarono, così presero un'asse dello steccato che cinge la pineta.
Già che c'erano, presero anche l'insegna del Pian Villy (che vedete nella foto. Cioè, ora non è più quella, visto che è stata bruciata da questi signori).

Non pago, uno di questi signori prese la sua fida accetta ed andò verso un giovane pino. La moglie però lo fermò: "Non tagliare quello, che è vivo e fa fumo".

Dopo essersi approvvigionati con il combustibile, iniziarono a cucinare: mentre noi facevamo cuocere stentatamente quattro fette di pane, loro stavano preparando una potente peperonata, che avrebbero utilizzato come sugo per la pasta che subito dopo hanno preparato.

La signora mi chiese: "Ne vuoi un po'?"
Ed io: "No, grazie signora!"
E lei: "Gennà! Dai un po' di pasta a questo ragazzo, che ne vuole!"

Comunque era ottima.

Dopo di questa, venne esternato un cane, un pastore napoletano chiamato "TURI".
Purtroppo il povero Turi aveva dei gravi problemi al bacino che entro pochi anni lo avrebbero portato alla paralisi, ma questo non fermava il padrone, che al dolce suono di "Cammina, stronzo!" lo portava in giro per la pineta.

Ad un certo punto uno di questi mi chiese una domanda.
Credo disse qualcosa come "machissecafalestugagliò"
Io dissi: "Eh sì" e sorrisi.
La signora disse al suo amico: "Ma lascia stare, che lui non capisce"
Così l'uomo mi disse: "Ah ho capito! Non sei Italiano! Lo capisci l'Italiano?"

Io sorrisi :D

Tutto si concluse nel modo migliore: una nostra amica ci parlava di quanto fosse stronzo il suo capo al lavoro, quando l'uomo di fianco a noi, quello che tagliava la legna, gridò "IN MONTAGNA BISOGNA SCIALLARE!"
La nostra amica riconobbe il suo capo. Era lui. Ella rimase nascosta tutta la giornata, ma alla fine lui la vide.
Dopo una cinquantina di foto, egli si ritenne soddisfatto e le concesse di andare via.

E' stata la grigliata più bella della mia vita :D

giovedì 11 settembre 2008

Scientology

Circa 12 anni fa, quando avevo 17 anni, io ed il mio amico Massimo ogni tanto andavamo a Milano per sollazzo.

In una di queste incursioni, ci fermò un tale di Scientology e ci chiese:
"Ragazzi siete maggiorenni?"
Ed io:
"Ah, io no, però lui sì!" indicando Massimo che aveva già compiuto 18 anni.
"Perfetto!" ci rispose il ragazzo "venite giù, vi faremo un test"

Il mio amico Massimo al momento non pareva contentissimo, soprattutto perchè in quella faccenda ce l'avevo infilato io, ma scendendo le scale dove ci stavano conducendo, capimmo che sarebbe successo entro breve qualcosa di intrigante.

Quando arrivammo, ci trovammo in una grande stanza adibita a libreria, dove un tale ci accolse e chiese a Massimo di fare un test a risposta chiusa, del genere "sì" "no" "non sò".

Vi erano qualcosa come 300 domande, così dopo circa 3 domande io e Massimo ci stufammo ed iniziammo a compilare il test a caso, seguendo una specie di pattern sinusoidale.
Finito che emmo di compilare il test con le nostre X casuali, tale test venne analizzato.

L'analizzatore disse "Allora Massimo, dal test esce che sei molto triste e non hai amici. C'è un modo per risolvere tutto questo"
Massimo :"Trovare degli amici?"
Tale: "Ovviamente no: la soluzione è acquistare 'Dianetics' il libro del nostro grande maestro Ron Hubbard. Leggendolo troverai la verità. Costa solo 50.000 lire (ad oggi circa 50 euro (no, non 25))"
Massimo: "Non li ho, mi spiace"
Tale: "Forse li ha il tuo amico" (al che se ne deduce che almeno un amico Massimo lo aveva, ma il tale non parve cogliere)
Io: "Eh no, mi spiace, purtroppo no"

Ricordo che il tale volle insistere ancora un po', ma poi la smise e ci lasciò andare.

Purtroppo non ci lasciarono alcun opuscolo: conservo con amore qualche "Torre di Guardia", che nei momenti mesti mi da tanta allegria, con le sue discussioni sulla musica degradante e le sue cassette con su registrata la gente che legge la bibbia.

Scientology dovrebbe fare lo stesso.

martedì 9 settembre 2008

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 0

Con oggi parte la pubblicazione del sommo racconto lungo del detective Braselo. Tale racconto lungo è scritto in modo che il lettore non debba conoscere i personaggi, quindi non vi dirò nulla :D Sollazzatevi (e trastullatevi).
Il cognome del fortunato Martin arriva da un modo di dire che aveva un mio amico: quando uno faceva lo scemo, allora diceva che quello era un "Brasellone". Questo mi faceva ridere, così nacque Martin Braselo.
Ah, è Bràselo.

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo
Capitolo 0 - Introduzione
Mi chiamo Martin Braselo e sono un poliziotto. Il mio lavoro è prendere quelle persone che, in un modo o nell’altro, vanno contro la legge. Il mio lavoro non è proficuo, ma la mia paga è completata dalla soddisfazione che traggo nel prendere quei maledetti, immergerli nella pece e nelle piume e gettarli in prigione. E’ questa la mia vera paga.

Per il resto, spaccio droga, ma chi non lo fa?
Capitolo 1


Come sovente accade, il sole sorse all’orizzonte, illuminando con la sua luce ricca di energia tutti gli esseri viventi e non viventi della Terra.
Martin Braselo, poliziotto di New York, non poteva vedere questa luce, giacchè era intento nel dormire. La notte prima aveva acciuffato un malvivente, ed aveva fatto tardi. Un tipo tosto, uno di quelli abili a divincolarsi. Un paio di colpi di pistola non erano bastati a fermarlo, era troppo agile, ma Braselo era di certo più furbo. L’aveva investito con la macchina, risolvendo la questione.
Lentamente, come si confà ad un uomo appena sveglio, Braselo si avviò verso il bagno con lo sguardo spento, per tornare poi nel suo piccolo soggiorno vestito e profumato, pronto per bloccare tutti i dannati lestofanti che intendevano vendere pane raffermo agli anziani.
Quando entrò nel soggiorno, trovò un delizioso profumo di caffè appena fatto, unito a quello di lasagne e anatra all’arancia. Dietro a tutto questo non poteva che esserci una sola persona: Katia, sua moglie.

“Buongiorno tesoro!” disse Katia, aprendo il forno “Oggi è un giorno speciale, quindi insieme alle altre cose, ho preparato un piatto speciale!”
Prese dal forno un piatto contenente un cranio di scimmia ben cotto.
“Grazie tesoro” rispose Braselo sedendosi. Sua moglie era sempre così previdente, amabile e (come il lettore di romanzi si aspetta) decisamente gradevole nell’aspetto.
Martin prese la tazza del caffè e bevve allegro. Prese una fetta di anatra e disse “Cosa festeggiamo di tanto importante da aver dovuto estrarre il cranio della scimmia dal congelatore?”
“Ma caro!” disse la moglie sorridendogli “E’ il tuo ventottesimo compleanno!” Si avvicinò e lo baciò.
“Mia madre ti tirava sempre le orecchie quando compivi gli anni” disse Katia, sorridendo
“Ci sono momenti in cui non mi rammarico della sua dipartita” rispose allegro Braselo
“Beh, potrei tirartele io!”
“Tua madre era l’unica depositaria della metodologia e temo che il segreto dell’atto sia morto con lei”
“Temo di sì. Spero ti basti un bacio”
“Basterà”
E’ sempre bello vedere due persone che si baciano. Martin lo sapeva, per questo motivo teneva una telecamera nascosta in un buco nel muro, per riprendere questi momenti e serbarli, all’insaputa un po’ di tutti (tranne qualche amico pagante). Non sapeva perché lo facesse. Forse semplicemente sapeva che le cose belle durano poco.

lunedì 8 settembre 2008

Recensioni : Sexual Parasite Killer Pussy

Questo film mi è stato passato e consigliato dal mio amico Rikk, uno dei più abili grafici Italiani, che a breve andrà a lavorare in Giappone.

In pratica ci sono questi tali che vanno in un posto con tanti alberi. Qui incontrano un Boscimane giapponese che dice delle cose (questo film è in Giapponese, non si capisce niente).

Al chè una tizia si siede su una scatola di polistirolo, ma il parassita in esso contenuto risalirà lungo la sua cervice uterina, installandosi così in lei.

Da qui tutto il film è una sequenza di accadimenti senza senso, con donne che entrano in edifici fatiscenti e così, tanto per ridere, si mettono in costume.

Tutto il film è una scusa per far vedere ragazze giapponesi nude che si leccano tra di loro o si accoppiano con uomini a cui sarà strappato il povero pene, per mano del parassita.

Bello.

Doni inattesi

Ricomincio con un aneddoto succulento.

Un paio d'anni fa, il mio amico Massimo compiva gli anni. Non che questo accadesse sporadicamente, giacchè come tutti compie gli anni con cadenza annuale: quell'anno dei suoi amici gli fecero un regalo di cui vi parlerò ora.
Prima di tutto sappiate che il mio amico Massimo è molto preciso sulle sue letture: solo grandi classici di grandi autori.


Amici: Ecco Massimo, ecco il tuo regalo!
(Lui apre)
Massimo: Oh, grazie, un libro di Cirilli, il comico
Amici: Abbiamo notato che nella tua libreria non c'era nemmeno un libro di un comico, così abbiamo pensato di regalartene uno

Io non riuscii a resistere

Io: Beh, se non ce ne sono ci sarà un motivo!

Scelgo sempre la frase migliore in ogni occasione

domenica 7 settembre 2008

Tornato!

Eccomi qui, appena tornato dalle vacanze!

Cosa mi hanno regalato? In primo luogo il lavoro nuovo (sull'altro blog i particolari), poi un bel cellulare nuovo (un HTC Diamond), tanto bel fresco e un sacco di nuove storie :D

Siete pronti per la prossima stagione del Monopoliano? Siamo tutti pronti: le storie, Braselo, il Re del Mondo, le recensioni e tutto quanto.

Ecco il mio scopo per quest'anno: quadruplicare le visite giornaliere facendovi divertire.
Per questo stavo pensando di iniziare una traduzione inglese del blog, ma non so nemmeno se tecnicamente si può :D Magari qualcuno di voi mi può aiutare?