venerdì 29 febbraio 2008

Ho combattuto il fato. Ed ho vinto.

Quando andavo all'Università, vedevo spesso una ragazza.
Questa ragazza era una figa pazzesca. Un figa della madonna senza senso.

Bene.

Non mi ponevo alcun problema, giacchè non la conoscevo e non conoscevo nessuno che la conosceva.
Mi dicevo anche "chissà dove abita... Vabbè".

Bene: andando a casa, un giorno vedo che prende il mio stesso treno.
Mi dico: "Sì, beh, ma chissà dove scende. Il fatto che prenda il mio stesso treno non basta per andare a conoscerla"

Quando scendo, scende pure lei, a Rescaldina.

Mi dico: "Sì, vabbè, ci sono un sacco di persone che non conosco. Il fatto che abiti dove abiti io non basta per andare a conoscerla"

Una sera, mia sorella mi dice: "Ale, sai che c'è una mia amica che fa il tuo stesso corso all'Università? Vai lì a conoscerla!"

Mi dico: "Il fatto che abiti dove abito io e che mia sorella la conosce e mi sproni a conoscerla non vuol dire che debba andare a conoscerla".

Però le mandai una mail, giacchè trovai l'indirizzo in rete.

Lei rispose dicendo che ci saremmo visti il giorno dopo.

Il giorno dopo, a fine lezione, vado lì e la saluto. Lei mi risponde: "Ciao! Senti, sono qui in macchina, se vuoi ti posso riportare a casa io!"
Io, colto alla sprovvista, ho risposto nella maniera più scema della Terra: "Eh? Ah no, grazie, vado a casa in treno".

Questa titubanza era dovuta al fatto che mia sorella mi aveva detto che questa ragazza aveva già il ragazzo.

Qualche giorno dopo venni a sapere che ella aveva lasciato il ragazzo. In più talune volte si faceva sentire sul cellulare.

Siccome io colgo i segnali a stento, non colsi ovviamente nulla.

Beh, qualche tempo dopo facemmo un esame assieme. Quando uscii per andare sul treno, mi accorsi che lei andò a cosegnare l'esame.
Quando salii sul treno, mi misi nella carrozza più in fondo. Pochi istanti dopo lei si sedette vicino a me.

Cazzo, tutto questo poteva voler dire solo una cosa!
Ma io non capii.

Quella fu l'ultima volta che la sentii e poi venni a sapere che si era messa con un ragazzo nuovo.

Ma io ho sconfitto il destino! Che coglione.

giovedì 28 febbraio 2008

OCAM

Anni fa, in montagna veniva una ragazza chiamata Mirella.

Tale amica non ci stava troppo simpatica, così un giorno Andrea decise di far tornare dal passato la vecchia "Organizzazione Continua Anti Mirella", OCAM.

Avevamo tipo 8 anni, quindi questo "passato" non poteva essere poi tanto lontano.

E cosa faceva questa OCAM? L'attività dell'organizzazione era semplice: fare cose senza tirare dentro Mirella e dire quanto è brutta e rompiballe.

Ovviamente l'organizzazione durò poco: dalle 10:00 am di quel giorno fino alle 18:00 di quel giorno. Questo perchè Mirella se ne indispettì e lo riferì a sua Zia. Sua zia indì un summit con tutti i nostri genitori, che ci intimarono di sciogliere l'associazione.

Bei tempi quelli lì.

mercoledì 27 febbraio 2008

L'uomo non sa ciò che vuole

Anni fa suonavo in un gruppo con due ragazze. Entrambe erano molto carine, ma io prediligevo colei che suonava la batteria.
Aveva dei bei capelli ricci ed un fisico asciutto e gradevole, con tutte le cose al loro posto e dove devono stare. Nulla di più nulla di meno (cioè, non tre braccia o cose così).

Bene, una sera lei mi chiamò:

Lei: "Ale, stasera ti andrebbe di uscire insieme?"
Io: "Eh.. uhmm... ecco... hai qualcosa in mente?"
Lei: "Potremmo uscire a bere qualcosa"
Io: "Ehh.. ma io sono astemio"
Lei: "Beh, tu ti bevi una coca ed io la birra!"
Io: "Ehh... ma devo far lezione di chitarra"
Lei: "Ah, vabbè, allora magari un'altra volta"
Io: "Mi spiace... ciao!"

Ecco. Dovevo far lezione di chitarra? No.
Non so, avevo una sensazione che anche se quella ragazza mi piaceva, non mi andava nemmeno di uscirci.
Che poi probabilmente non sarebbe successo niente, ma magari no e in quel caso... ufff... non era una ragazza esattamente "semplice" da gestire.
Potremmo riassumere il tutto dicendo che era un po' una cagacazzi, ma sarei volgare :D
Beh, comunque poi si trovò un ragazzo e bon.

Quindi, ricapitolando: una ragazza che mi piaceva mi ha chiesto di uscire e le ho detto di no.
Sento riecheggiare nel mio cerebro la parola "COGLIONE".

martedì 26 febbraio 2008

Alieni

In montagna avevo un amico, Mattia.

Questo amico è già stato protagonista di una storia
http://monopoliano.blogspot.com/2007/10/amico-di-tutti.html
ed ora torna ancora più agguerrito.

Una volta ci raccontò di aver avuto modo di vedere degli alieni.
Dunque, la faccenda è questa: pare che questa astronave atterrò in un prato. In questo prato lui era presente. Gli alieni discesero dalla scaletta dell'astronave.
Ma questi alieni non erano alieni qualunque. NO.

Erano alieni trendy.
Questo perchè indossavano Reebok Pump.
Per chiarirci: il mio amico vide degli alieni e questi alieni indossavano le Pump.

Che altro devo dire?

lunedì 25 febbraio 2008

Canzoni Agghiaccianti : Cemetery Gates By Dream Theater

C'è qualcosa che non va: ma nei ritornelli c'è qualcuno intonato?
E che c'entra la voce di Labrie?

E soprattutto:

MA COSA FA MUSTAINE? Che combina? Che suona? Cos'è quella roba?

E il finale? Cosa sono quei versi da gallina strozzata che escono fuori da Labrie?

Non capisco.

Il mio amico Loris

Ho un amico chiamato Loris. Questo amico è un grandissimo amico, oltre che essere buono e sempre corretto.
Egli ha fondato un'associazione chiamata La corte dei sogni nella quale svolge varie attività, tra cui le mie lezioni di chitarra ai metallari.
Tramite questa associazione fa volontariato, donando danari un po' a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Dopo tutte queste lodi sperticate, perchè è qui in questo blog? Perchè Loris ha anche una peculiarità: lui talune volte dice la frase sbagliata al momento sbagliato.

Esempi:
In Galles, col mio amico Matteo.
Tale in un locale: "Allora, cosa vi porta qui in in Galles?"
Loris: "Stiamo girando un po' per tutta l'Inghilterra"
Tale: "Qui non è Inghilterra, è Galles"
Loris: "Sì, beh, per me è tutto la stessa cosa"
Gli venne consigliato di uscire.

Loris ci prova con una: "Non pensavo che fossi così bassa"

Loris risponde alla domanda "Quante ragazze hai avuto?" : "Tu sei la ventidueesima"

Alla festa di matrimonio del mio amico Francesco, egli era di fianco ad una ragazza molto carina.
Per lei quella giornata non fu lieta.
Loris la martoriò per tutta la serata. Riporterò ora un dialogo:
Loris: "Vuoi uscire con me?"
Lei: "Ma io abito a Roma!"
Loris: "Beh, ma io andrei avanti ed indietro!"
Lei: "Ti stuferesti presto"
Loris: "Quindi non mi stai dicendo di no!"
Lei: "Non mi fraintendere, non è che non mi piaci, ma..."
Loris: "Quindi ti piaccio! Senti facciamo così, ti posso riportare a casa questa sera?"
Lei: "Non so, devo vedere perchè avevo già accordi con un altro"
Loris: "Beh, fammi sapere, comunque io non voglio la tua carità: se non vuoi che ti porto a casa, non fa niente"
Lei: "No no! Mi fa piacere che mi riporti tu!"

Tutto questo fa parte della sua strategia di conquista più valida, ossia:
Provaci con la donna fino a che piuttosto te la da solo per non averti più intorno
Se è molto resistente ma gentile, allora continua
Se è resistente e maleducata, inizia a fare il buffone.
Alla fine, dare la stoccata finale: "Non voglio la tua carità".
Questo processo dura circa 6 ore.

Nella nostra compagnia, Loris è l'uomo che ha sempre la ragazza, oppure ha N ragazze che sceglie per la serata.

venerdì 22 febbraio 2008

Ascesa e caduta nel nome di Gesù

Da bambino andavo a messa senza voglia, più che altro perchè mia madre me lo imponeva.
In genere durante la messa parlavo con i miei compagni di scuola, oppure leggevamo i libri game (tipo Oberon), oppure giocavamo con le macchinine ed i Transformers.

Una volta, durante una Predica, sentii qualcosa che mi incuriosì. Alzai la mano e dissi qualcosa.
Non ricordo assolutamente quel che dissi, ma ricordo che tutti si voltarono ed il prete mi guardò con grande stima.
Alla fine della messa, i genitori dei ragazzi vennero a complimentarsi con me ed anche il prete lo fece.

Non ricordo assolutamente quel che dissi, ma doveva essere qualcosa di davvero pregnante.

Beh, la settimana dopo andai ancora a messa.
Il prete fece una predica dove diceva cose di questo tipo:
"Se siete nel deserto, non potete avere con voi lo stereo o la TV, perchè non funzionerebbero!"
Allora io, sottovoce, dissi ad un mio amico: "Beh, se hai il walkman con le pile, no"
Il prete sentì qualcosa, ma non capì. Però io, il sommo arringatore, avevo parlato, così mi chiese con speranza: "Alessandro, vuoi dire qualcosa?"
Tutti si girarono verso di me, in attesa della nuova perla di saggezza, che come la volta scorsa avrebbe acceso le loro anime.
Io bofonchiai: "Beh... ecco... se uno ha un walkman con le pile... beh, funzionerebbe lo stesso".
Il prete, colto alla sprovvista dalla mia immonda cazzata, bofonchiò qualcosa e poi continuò con la sua predica.

Mia madre, riferendosi a questa faccenda, ebbe a dirmi: "In Chiesa non parlare mai più" :-)

giovedì 21 febbraio 2008

Biciclette, amici e sangue

Da bambino, a Muggiò, io e mia sorella avevamo due amiche: Sonia e Sabrina.
Io ero molto amico di Sonia, poichè aveva la mia età e si comportava come un maschio: giocava agli stessi giochi che giocavo io (tranne il computer) e ci facevamo un casino di male ma ci divertivamo.

C'è stato un periodo in cui io e lei giocavamo con una bicicletta devastata: cercavamo di sistemarla.
Andandoci su, in genere ci tagliavamo sempre coi fili del freno, oppure cadevamo e la bici ci cadeva sopra.
Quando giocavamo con quella bici, in genere lei si metteva i calzini rossi, così quando si tagliava, non si sarebbe visto.

Una volta addirittura la ghiera per la catena le si infilzò nella gamba :-)

Ricordo che una volta abbiamo cercato di sistemare il manubrio: era troppo poco fermo.
Servivano due chiavi: una sotto che teneva fermo il bullone e l'altra sopra per avvitare.

Ne avevamo una sola, così facevamo a turno: un pochino io avvitavo e lei si martirizzava le dita tenendo il bullone e poi ci scambiavamo.

Appena finito io sentenziai che il manubrio ora era perfettamente stabile.
Lei volle provare la bici. Non feci in tempo a girarmi che lei si mise a gridare aiuto :-)
Girandomi vidi che la bici andava, ma il manubrio era completamente libero di girare e di piegarsi a destra, a sinistra, in su ed in giù.

Ovviamente il tutto si risolve con una nuova caduta, dei nuovi tagli e nel nuovo sangue nascosto dai calzini rossi.

Eeeeh... credo che quella bicicletta mi abbia causato la più grande quantità di danni non letali che io abbia mai ricevuto :-)

Farò una lista:
- Siccome mancava un bullone ad una ruota, una volta presi una cunetta. La ruota si sganciò a metà dalle forcelle, proiettandomi contro una staccionata.
Mi lesi.
- Una volta provai a scendere con quella bici da una collina innevata. Appena partii, la bici rimase ferma, ma si ruotò completamente di 180 gradi, schiacciandomi a terra di testa. Mi lesi anche in quel caso.
- Sempre con quella bici, una volta caddi nel fiume, perchè non andavano i freni.

Ho ancora quella bicicletta, ma non la uso più :-D

mercoledì 20 febbraio 2008

Il tema del Lunedì

Alle elementari, ogni lunedì la maestra ci chiedeva (cioè imponeva) di fare un tema su quello che avevamo fatto la domenica.
Per me era una tortura nelle terga, per un motivo molto semplice: nella maggior parte delle volte, non facevo niente.

Cioè: stavo a casa, giocavo col C64 e poco altro. La mattina, per dare un po' di brio al tutto, in genere andavo a messa e poi magari mi giocavo 1000 lire coi videogiochi ed il flipper dell'oratorio.

Ogni domenica venivano a trovarci i miei nonni, che in genere portavano una torta. Questa era la mia ancora di salvezza ed ora capirete perchè.

Vi scriverò ora un tipico mio tema del lunedì:

"Ieri mattina sono andato a messa. La predica è stata interessante ed il Don ha mostrato svariati argomenti tutti degni di essere citati. Poco dopo la messa, mia madre mi ha dato 1000 lire, così ho potuto giocare con un gioco molto bello chiamato "The New Zealand Story" e ad uno dove ci si siede, con una macchina rossa Ferrari chiamato "Out Run". Quando si va a sbattere la ragazza accanto al pilota lo indica.

Appena arrivato a casa ho fatto i miei compiti, dopodichè ho giocato col il C64 a vari giochi, sia col floppy che con le cassette. Purtroppo le cassette ci mettono tanto a caricare, quindi non ho potuto giocare a molti giochi.

Nel pomeriggio è arrivata mia nonna, che ha portato la torta! La mamma ha tagliato le fette ed io volevo quella più grossa, ma purtroppo non andò a me.

E' stata una domenica molto intensa."

In realtà la torta mi usciva dalle orecchie (per non citare il dotto dal quale usciva quando la mangiavo), poichè mia nonna la portava ogni santa settimana, insieme a tonnellate di altre leccornie Pugliesi. Si potrà capire che la dannata fetta più grande non la volevo, ma credo che un buon 95% dei miei temi del lunedì finissero con io che volevo la fetta più grande e non me la davano.

Ero certo che quello era l'evento che avrebbe dovuto dare brio al tema.

Purtroppo la maestra non era mai molto contenta, ma il meglio del mio estro letterario sarebbe venuto solo con le medie e le superiori ;-)

martedì 19 febbraio 2008

La volta in cui fui stronzo: La prof. di Inglese

In seconda superiore, come in pratica ogni anno durante le superiori, cambiammo prof. d'Inglese.

Quell'anno venne una prof che aveva una peculiarità: era una strafiga :D
Questo rendeva tutti allegri, ma un giorno lei commise un errore: mi segnò degli errori inesistenti in una verifica, arrivando a farmi prendere 6 e 1/2.
Inconcepibile: non avevo mai preso meno di 7 in inglese. Mi scocciai.
Le feci vedere un libro di inglese in cui vi era la frase esattamente come l'avevo scritta io, ma lei non sentì ragioni.

Allorchè mi incazzai. Per tutto l'anno la trattai malissimo: le dicevo che non sapeva l'inglese, che non sapeva insegnare ed altre cattiverie che non starò qui a ricordare.
In tutto questo, non mancavo però di studiare, difatti arrivai alla fine del primo quadrimentre con 8 nello scritto ed 8 nell'orale.
Nel contempo con gli altri professori mi comportavo al solito modo.

Questo mi salvò: quando mia madre andava a parlarci, lei diceva : "Suo figlio va benissimo, ma il comportamento è molto negativo".
Mia madre semplicemente non ci credeva, poichè tutti gli altri professori le dicevano che ero educato e compito :-D

Anche alla fine dell'anno vi fu uno spettacolo del genere: quando venne chiesto se andava bene mettermi 9 in condotta, lei propose l'8.
Tutti i professori si guardarono stralunati, guardandola come una pazza :-D

Non mi comportai mai più in quel modo con nessuno, anche perchè nessun altro professore ebbe l'ardire di segnarmi errori inesistenti e non correggersi :-D

lunedì 18 febbraio 2008

La corsa campestre

Quando eravamo in terza media, la scuola organizzò una corsa campestre, che si sarebbe svolta nel parco di Castellanza, nel quale la scuola era locata.

A tutti venne imposto di partecipare. Anche a me ed al mio amico Massimo, nonostante entrambi a stento riuscivamo a correre per 300 metri senza sfiatare come manzi in calore.

La corsa consisteva in tre giri intorno al parco.

Pochi giorni prima, io, Massimo e Spampinato costituimmo la "Santa Allenza", che consisteva nel rimanere tutti assieme tutti ultimi.

Quando la campestre partì, la santa allenza resse bene. Pochi metri dopo, Spampinato partì. Noi, stupiti, dicemmo: "Ma?" e lui "Eh vabbè".

Un discorso pregno, che ancora oggi viene citato per la brevità, ma anche per la pregnanza.

Io e Massimo arrivammo per straultimi, doppiati due volte. Quando arrivammo al traguardo per la seconda volta, ci fecero uscire anche se mancava ancora un giro.

Il professore ci accolse complimentandosi. Tsè. Che ironia.

Presto ci rendemmo conto che non era ironia: per errore, ritenendo che fossimo al terzo giro, venimmo registrati come "quarto" e "quinto", quindi papabili per le regionali.
Noi cercammo subito di sistemare la cosa con i professori, anche se i nostri compagni desideravano sistemare il tutto in un altro modo: menandoci.

La morale di questa storia è: se dovete correre, correte da soli :D

sabato 16 febbraio 2008

Recensioni: I predatori dell'anno Omega

Dunque. In questo film c'è un tale con una moto parlante.
Questo tale si imbatte in della gente che gli chiede di liberare il padre di una ragazza che è lì. Non vuole, ma quando questa gli punta una pistola sui testicoli, accetta.

Da qui in poi abbiamo esplosioni insensate, armi finali che in realtà sono delle ruspe, milioni di morti tra i cattivi e anche un finale a sorpresa.

Il tutto è condito da motociclette con le ruotine per non farle cadere e ambientazioni che dovrebbero rappresentare un mondo distrutto dalla guerra nucleare ed in realtà sono i boschi fuori Roma.

Vi propongo un filmato:



Ringrazio "filmbrutti.com" per aver recensito questo film: loro sanno sempre come indirizzare la mia ricerca :D

venerdì 15 febbraio 2008

Musica per le masse

L'anno in cui mi diplomai, feci un concerto nella zona di Arona con il mio gruppo, gli Ethereal. Ai tempi ci sentivamo i più fighi della terra, ma in realtà non eravamo poi sto gran che.

Comunque: facemmo questo concerto.

Alla fine si palesò l'ultimo gruppo della serata, un gruppo che non era comparso per tutto il pomeriggio. Tale gruppo si chiamava "Kavier Dinner" e faceva Brutal.

Bene. Quando salirono sul palco, il cantante presentò il gruppo così:
"Ciao a tutti, noi siamo i Kavier Dinner e questa è la nostra prima canzone: Fecal Obsession!"

Il gruppo era intrigante dal punto di vista auditivo, ma ad un certo punto il chitarrista, probabilmente stanco, si sedette sull'amplificatore e continuò il concerto da seduto.

Non si può fare una canzone chiamata "Fecal Obsession" e poi suonare seduti.
Eddai.

giovedì 14 febbraio 2008

Il più sveglio

A casa mia, in montagna, ci sono una barcata di gatti. Sono simpatici e non fanno niente tutto il giorno.

Io e mia madre, in genere, mettiamo fuori dalla finestra dei croccantini, così questi vengono, mangiano e sono contenti.

Uno di questi gatti non deve essere il più sveglio della compagnia. Per capirci: questo una volta è arrivato lì per mangiare.
Una volta arrivato ha annusato i croccantini. Poi ci ha infilato una zampa dentro. Dei croccantini si sono incastrati nei suoi polpastrelli quindi ha fatto una sceneggiata scuotendo la zampa e sbattendola sul vetro per tirarsi via i croccantini.
Una volta liberato, reinfilò subito una zampa nei croccantini.

Di fronte alla deficienza di questo animale, un suo collega stufo di attendere saltò sul pianerottolo e lo scansò.

Gli animali non hanno rispetto per i meno fortunati.

mercoledì 13 febbraio 2008

I Piedi per Terra

Maestra: "Allora bambini, oggi scopriremo cosa fa il cuore. Silvia, secondo te cosa fa?"
Silvia: "Il cuore ci fa volere bene ai nostri amici"
Maestra: "Molto bene! Matteo, per te?"
Matteo: "Il cuore ci fa aiutare chi è meno fortunato di noi"
Maestra: "Ottimo! E per te, Marco?"
Marco: "Il cuore ci fa volere bene a tutti gli animali"
Maestra: "Perfetto! E per te, Alessandro?"
Io: "Il cuore pompa il sangue!"
Maestra: "..."
Io: "Eh... Che altro fa?"

martedì 12 febbraio 2008

Il signore dei Fulmini

Quando ero ridicolmente piccolo, avevo sentito che usando un ago, era possibile chiamare un fulmine durante un temporale.

Ne rimasi molto colpito e desideravo ardentemente verificare l'autenticità della cosa.
Un giorno mi accorsi che stava per scoppiare un temporale di quelli giusti: vento pazzesco, nuvole nere e rumore di tuoni.
Perfetto! Peccato non avessi un ago. Vabbè, trovai un ottimo succedaneo: un bel sasso un pochino appuntito.
Feci un cerchio nei sassi del giardino e ce lo piazzai in mezzo. Ero abbastanza fidicioso che sarebbe funzionato.

Rimasi alla finestra, nella speranza di vedere un fulmine colpire il mio sasso, ma purtroppo non funzionò.
Non mi diedi per vinto, comunque. La volta successiva provai con qualcosa di ben più alto e massiccio: una pigna.

Anche in quel caso nulla. Alla fine ebbi finalmente l'ago: lo incastonai in un albero e rimasi a guardare.
Purtroppo anche in questo caso non accadde nulla.

Il mio ultimo tentativo fu con quello che secondo me doveva essere la cosa più potente mia concepita, nell'ambito del richiamo dei fulmini: un ago strofinato contro una calamita.

Quel giorno sentii che un fulmine aveva colpito il parafulmini di Muggiò. Ne fui sommamente soddisfatto: ero certo che il mio ago magnetizzato centrasse in tutto quello.

Quelli sì che erano bei tempi.

lunedì 11 febbraio 2008

Io e gli altrui nomi

Ho sempre avuto qualche difficoltà nel ricordare i nomi delle persone. A meno che non li veda diciamo tutti i giorni, in genere mi scordo
i nomi di tutti entro un brevissimo tempo.
Questo ha sempre portato a qualche problema con i componenti dei gruppi nei quali ho suonato.
Porterò ora un esempio. Ho suonato per qualche anno in una band chiamata Enchantica, come batterista.
Facevamo una specie di black/death metal sinfonico, o una roba simile.
Nel gruppo c'era un ragazzo che tutti noi chiamavamo "Margu".

Un giorno mi chiamò una tizia dicendo:
(Lei:)"Ciao! Sono la ragazza di Francesco!"
(Io:)"Francesco? Io non consco nessun Francesco"
(Lei:) "Ma sì! Ci suoni assieme!"
(Io:) "No, guarda, non mi sembra di conoscere nessun Francesco con il quale suono"
(Lei:) "Ma tu non suoni con Margu?"
(Io:) "AAAAH! Margu! Ok"

Senza contare l'altro gruppo con il quale suonavo sempre la batteria, del quale ancora oggi sono piuttosto insicuro sul nome del cantante.

domenica 10 febbraio 2008

Recensioni: Ecce Bombo

Questo film è un capolavoro. Moretti ha preso tutto il disagio e la noia di vivere e li ha piazzati in un film.
Un film in cui non succede nulla. La gente parla, parla, parla ma in realtà non dice nulla.
Scene come:
"Ma che lavoro fai?"
"Mah, cinema, teatro... poi vado in giro, leggo..."
"No, nel concreto"
"Non capisco cosa tu voglia dire"

Rimarranno nel mio cuore per sempre.

Ecco la scena dell'esame, che sono certo saprà sollazzarvi.

venerdì 8 febbraio 2008

Talune volte l'Aiuto è Gratis

Anni fa il mio amico Francesco, un mio ex compagno di classe dell'ITIS, se ne andò a vivere a Modena con quella che successivamente sarebbe diventata sua moglie.

Lui aveva grande fiducia in tutti i suoi amici, difatti quando andò a comprare i mobili, gli venne posta questa domanda:
"Signore, vuole che veniamo a montarle i mobili a casa?"
E lui rispose:
"No, no, tanto vengono i miei amici a montarli!"

Questo portò a qualche difetto di costruzione, tipo qualche armadio che si apre al contrario e qualche vite curiosamente avanzata.

Tutti noi immaginiamo che quelle viti andassero da qualche parte. Vabbè.

giovedì 7 febbraio 2008

Il Lavoro va scelto nell'infanzia

Da bambino non sono sempre stato convinto sul lavoro che avrei fatto, ho passato varie fasi.

Inizialmente da grande volevo fare il panettiere. Questo perchè vedevo che lavoravano di pomeriggio e poi chiudevano.
"Figata!" mi dicevo "Così la mattina dormo un casino"

Presto scopriiche non era così: i panettieri lavorano tipo tutta la notte.

Così ebbi un'altra idea: il taxista! L'unico problema che mi ponevo era che avrei dovuto imparare le strade, però vabbè, l'avrei fatto.

Ricordo che la maestra un giorno chiese che lavoro volevamo fare e tutti dissero cose tipo "L'attrice" o "l'astronauta" o "lo scienziato", dicendoci di imitare tale lavoro.
La mia interpretazione del taxista fu esilarante.

Poi mia cugina mi mostrò il C64 e allora vabbè: programmatore di videogiochi.

Forse era meglio il panettiere :D

mercoledì 6 febbraio 2008

L'Elicottero

Il mio buon amico Marco aveva questo simpatico hobby, che noi chiamavamo "l'elicottero".
Questo passatempo consisteva fondamentalmente in questo: estrarre il pene e farlo roteare con solerzia.

L'elicottero venne eseguito in molte occasioni, ma mi preme ricordarne alcune:
- Dal balcone di una nostra amica, che da sulla piazza
- Nella piazza di Champoluc
- Nel campo di calcio, durante il torneo di Champoluc. Lui ovviamente giocava.
- Come atto di distrazione mentre si gioca a Pallavolo

La sua ragazza si lamentava del fatto che tutti noi vedevamo il pene di Marco più spesso di lei.

martedì 5 febbraio 2008

L'aiuto non è mai gratis

Tre anni fa andai in montagna dopo Natale, come faccio ogni anno. Quell'anno andai da solo, con la mia macchina. Una volta arrivato, mi dissi "Perchè non prendermi una bella pizza?"
Così mi avvia verso Antagnod, al Kraemer Thal, una pizzeria che c'è lì.
Conosco bene la montagna e le sue insidie, ma purtroppo anche tutta l'attenzione della Terra non potè salvarmi da quello che stava per accadere.

Ad un certo punto, scendendo, mi dissi "Com'è che io giro il volante ma la macchina non gira?" Semplice: scivolavo sul ghiaccio.

Scivolai per circa trecento metri, per poi schiantarmi (a non più di 20 Km/h) contro un muro.

La macchina ovviamente non partiva più (avevo ditrutto tutto), così chiamai casa. Lì non mi venne fornito alcun aiuto, se non insulti e sputi. In più non avevo più soldi nel cellulare, così iniziai la lunga marcia verso la casa del mio amico Johnny.

La fortuna, per quanto cinica e bara, mi venne in soccorso, poichè fu lo stesso Johnny a trovarmi, mentre andava ad Antagnod in macchina.

Andammo alla Minière, dove i suoi amici si dissero che potevano aiutarmi.
Così andammo alla mia macchina e la trascinammo nel parcheggio vicino con una Jeep.

Detto questo, Johnny disse "Dai, ora offrici da bere! Non ti abbiamo fatto nemmeno chiamare il carro attrezzi dell'ACI!"

Andammo alla Minière e offrii da bere a tutti.
Non ricordo bene quanto bevvero, ma quando andai a pagare mi resi conto che se avessi chiamato l'ACI avrei risparmiato.

lunedì 4 febbraio 2008

Il tempo cambia i fatti

Anni fa, in montagna, veniva una ragazza chiamata Marzia, che ai tempi era decisamente emancipata.
Ai tempi io avevo 12 anni, ma alcuni miei amici ne avevano 16 o più e quindi trovavano questa emancipazione interessante.
Di questo, ricordo che una volta, andando via con uno a scopo copulativo, disse "Gli spacco il cazzo in quattro, anzi, glielo sego".
Una donna con stile.

Beh, una volta Vic la baciò. Non è tanto questo l'evento, ma il fatto che il racconto dell'accadimento subì varie modifiche.
Vediamole:

Il giorno dopo l'evento, Vic si trovò con tutti gli amici e raccontò ciò che era accaduto. Al volo non vollero che io sentissi (poichè ero piccolo), ma riuscii comunque a farmi raccontare.

Versione 1, l'originale:
"Eravamo lì, quando io presi una sigaretta. Lei disse 'Non vuoi qualcos'altro in bocca?' E così ci baciammo"

Successivamente, venne la versione 2:
"Eravamo lì, quando lei prese una sigaretta. Io dissi 'Non vuoi qualcos'altro in bocca?' E così ci baciammo"

Non si fece attendere la terza e ben più esplicita versione:
"Eravamo lì, quando lei prese una sigaretta. Io disse 'Non vuoi qualcos'altro in bocca?' E mi fece una pompa"

Quelli erano anni calienti.

domenica 3 febbraio 2008

Recensioni: Megaforce

Che dire?
Che dire di più di quello che dicono i ragazzi di "FilmBrutti.com"?

http://www.filmbrutti.com/reviews.php?ShowReview=55

Forse potremmo concentrarci sui colori sgargianti dei mezzi.
No, no... meglio di no.
Sulla trama senza senso alcuno? O sull'amore curioso che sboccia in mezzo ai missili?

O sulle battute? ("Ace, sei sempre il solito. Sei qui da venti minuti e già arriva una donna")

I costumi di battaglia argento aderenti?

No, non credo si possa dire molto.

Ma posso farvi vedere qualcosa:




In questo film c'è un attore che ha fatto "Swan" nel grande "The Warriors".
Che fine ingiusta.

Recensioni: Invasion of the Bee Girls

Allora: in questo film ci sono delle donne che ammazzano degli uomini facendoli copulare a morte.
Dopo un po' un tale le scopre e le ammazza tutte. Questa è la trama, ma proviamo ad organizzarla per ingredienti.

In questo film abbiamo:
- Un sacco di mammelle al vento, alcune buone altre meno.
- Un'attrice chiamata ANITRA
- Una cittadina che viene messa in quarantena e nella quale si chiede il coprifuoco e l'astinenza dal sesso
- Donne che girano vestite di solo un camice o qualche straccetto, per poterselo levare il prima possibile ed essere sessualmente disponibili a chiunque. Si unisce al sacco di mammelle presenti nel film, credo.

Vi allego un bel filmato di un tizio che l'ha recensito: è l'unico filmato che ho trovato :D

venerdì 1 febbraio 2008

I pericoli del non bere

L'essere astemi talune volte mi ha causato dei problemi. Una volta, anni fa, sempre in montagna,
andai con Johnny ed altri autoctoni alla festa patronale del paese di Magneaz. Lì vi era un contadino che aveva fatto il vin brulè
e gentilmente lo distribuiva a tutti quanti.
Ad un certo punto venne un tale chiamato Roger (da leggere alla francese) che mi porse un bicchiere.
Io dissi: "No grazie, sono astemio"
E lui: "Ma come, non ti piace?"
Ed io: "Ma no, è solo che..."
E lui: "Bevilo o ti riempio di botte"
Di fronte all'argomento accettai.

Un'altra sera, in un locale orami chiuso chiamato "La Minière", un tale aveva fatto uno scherzo simpaticissimo ad una ragazza con la quale ci stava provando: gli aveva messo il cellulare sopra al balcone del locale, inaccessibile.
Io andai ad aiutarla, giacchè sono alto più di 190cm. Con me venne Roger, che, riconsegnato il cellulare, mi disse
"Vieni, ti offro una birra"
Ed io: "Va bene una coca, sono astemio"
E lui: "Va bene"
Pochi istanti dopo si presenta con una birra media, me la consegna e mi dice:
"Ecco la tua Coca"

Non so che ne è ora, ma immagino che intorno a lui non ci siano molti astemi :-)