Questo è il nome di un film di Sylvester Stallone, in cui si narra di un uomo, di suo figlio e del suo sport.
Il calcio? La pallacanestro? No, il braccio di ferro.
Esatto: in questo film c'è un uomo che fa braccio di ferro. Va in un campionato e lo vince. Vincendolo, vincerà l'amore di suo figlio, la famiglia si ricostruirà e incasserà il premio: un camion.
Nemmeno a dirlo, quando lo passarono in televisione io (che ero alle elementari) lo guardai. Ed ovviamente lo trovai un capolavoro assoluto.
Ovviamente tutti i miei compagni l'avevano visto, infatti il giorno dopo, durante l'intervallo TUTTI facevano braccio di ferro con TUTTI. E TUTTI facevamo la mossa del "cambiare la posizione", che nel film faceva faville
Quando l'intervallo era al suo termine, mi si avvicinò Luca.
Mi disse: "Ale, ho qualcosa qui al polso. Ho provato a metterci su l'acqua fredda ma non va via".
Mi mostrò il polso: questo aveva un piccolo bozzo che sporgeva. Gli dissi: "Non è niente, tranquillo, si sarà gonfiato".
Ovviamente non era così: a furia di fare braccio di ferro, uno delle ossa del polso era uscita di sede.
Mio Dio Sylvester, che cosa hai combinato.
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