martedì 31 marzo 2009

Scala 40 allo scoperto

Da bambino, giocavo spesso a scala 40 con mia nonna. Le prime volte, mentre dovevo imparare, tenevo le carte allo scoperto, in modo che lei potesse aiutarmi nelle scelte.

Bene.

Una volta una mia amica, Mirella, mi chiese che giochi di carte conoscessi. Io risposi "so giocare a scala 40!" e lei "Anche io! Giochiamo!"

Potete facilmente immaginare il suo stupore, quando presi le mie carte e meticolosamente le posizionai davanti a me, in chiaro.

Lei disse "Scusa, ma cosa fai?"
Ed io: "Tranquilla, io gioco cosi'"
E lei: "Ma con le carte scoperte?"
Ed io: "Sisi, certo"

Non ricordo, ma forse riuscii anche a vincere.
Gioventu' bruciata.

venerdì 27 marzo 2009

Falo' indoor

Sempre parlando di falo', una volta andai con dei miei amici in un bosco.
Ad un certo punto, alcuni di quelli che non conoscevo proposero di andare "nel solito posto" a fare "il solito fuoco".

Il solito posto era una specie di piccola torre, risalente probabilmente agli anni '50 o '40, senza piu' porte o finestre.

In pratica andammo in questa torre e facemmo il fuoco all'interno. Appena il fuoco illumino' la stanza, notai che il fumo non era l'unico elemento che avrebbe potuto uccidermi: il soffitto di questa piccola torretta era crepato nel centro e semi crollato. In pratica faceva una specie di freccia gigante, che puntava dritto su di noi.

Quando poi guardai un po' il terreno, vidi che il soffitto pericolante ed il fumo non erano gli unici elementi che avrebbero potuto uccidermi: sul terreno vi erano svariate siringhe.

Credo che questi ragazzi non potessero scegliere un posto piu' salubre per fare il loro solito falo'.

giovedì 26 marzo 2009

Falo' di ferragosto non intelligente

Svariati anni fa, sempre in montagna, con i miei amici decidemmo di fare un bel falo' a Ferragosto.

Decidemmo di farlo vicino ad una casa di legno in costruzione nel bosco li' vicino.

Ci preparammo per bene: portammo tutta la legna e' una valanga di bottiglie d'acqua per spegnere poi le fiamme, quando il nostro desiderio di vedere il fuoco si fosse estinto.
Decidemmo di fare un fuoco abbastanza nascosto, in modo da non attirare l'attenzione.

Tutto ando' per il verso sbagliato a vari livelli.
Vediamo.

In primo luogo la discrezione: non puoi pensare di essere discreto se fai un falo' alto circa 6 metri.
Infatti in breve arrivo' un battaglione di genitori che ci fece spegnere il tutto, usando le nostre bottiglie.

Il giorno dopo andammo a pulire e li' trovammo il secondo livello di errore: il padrone della casa vicino alla quale avevamo fatto il falo' era il padrone di casa MIA.
Egli si ingeri' assai, lamentandosi che un branco di ubriaconi drogati aveva fatto un fuoco vicino alla sua casa in costruzione. Deduceva che erano ubriaconi perche' li' intorno era pieno di bottiglie (che voi avevamo usato per spegnere il fuoco, quindi piene d'acqua, ma lui ovviamente non poteva sapere) e drogati perche' le cose vanno in coppia.

A ferragosto non abbiamo piu' fatto nessun falo'.

mercoledì 25 marzo 2009

La maglietta di spugna

Una volta, da bambino, avevo una maglietta di spugna.
Questo incipit e' fondamentale per farvi capire la storia che vengo a raccontarvi teste'.

In montagna, spesso giocavamo con i gavettoni. In genere io tornavo a casa grondante d'acqua come Chtulhu (che vivendo nel mare, quando ne esce ovviamente gronda).
Una volta mi dissi: "Questa volta indossero' la mia maglietta di spugna! cosi' potranno colpirmi con tutti i gavettoni che vorranno e la maglietta assorbira' tutta l'acqua!"

Beata gioventu'.

Andai fuori, indossando la mia maglietta, e sfidai i miei amici a riuscire a bagnarmi. Ci volle poco: venni bersagliato con decine di palloni ricolmi d'acqua e come al solito tornai a casa grondante.
Questa volta, pero', moltodi piu': la maglietta aveva trattenuto un sacco d'acqua e la rilasciava in continuazione.

Chissa' se Chtulhu ha una maglietta di spugna. Comunque immergendosi nel mare si bagnerebbe tutta.

martedì 24 marzo 2009

La gente cerca Chantry nel modo sbagliato

Come sapete, il contatore lì di fianco mi da anche tutta una serie di statistiche, tra cui le keyword che, messe un google, hanno dato dei risultati che hanno portato a questo blog.

Tra queste oggi ho trovato:

"chantry - the emancipation of elizabeth torrent"

Ma gentili ragazzi, perchè scaricare gratis quando potete comprare? :D
Suvvia, che spendere i soldi è la cosa più bella del mondo!

Recensioni: Jesus Christ Vampire Hunter

In questo film c'è Gesù che combatte con i vampiri.
In pratica dei preti lo evocano e lui si presenta, vestito e conciato come tipicamente è rappresentato Gesù. Arrivano i vampiri e lo prendono a calcioni.
Allora Gesù capisce che deve essere un po' più cool, così si taglia i capelli, compra dei vestiti moderni e va a spaccare culi.
Troveremo vampire lesbiche, vampiri infiniti che spuntano dalle macchine, combattimenti che rivaleggiano con quelli di Star Trek e un sacco di bel sangue.

Un capolavoro assoluto, che non uscirà mai più dal vostro cervello una volta che l'avrete visto.

Poesie di amore turbolento e morte

Anni fa conoscevo una ragazza che voleva fare con me un gruppo in stile "Marylin Manson".

Ella scriveva poesie, che secondo lei sarebbero state i testi delle canzoni. queste poesie erano in Italiano.
Ora purtroppo non ho con me questi scritti, ma ne ricordo una in particolare

"Mi strappi i vestiti di dosso
Ma non mi stupri
E poi comunque mi stupri
Ma non e' che mi stupri
Perche' e' cosi' che voglio
Col sangue
Questo amore
Ci uccidera' entrambi"

Credo che comunque ad oggi siano entrambi vivi e vegeti. Probabilmente non si amano piu'.

venerdì 20 marzo 2009

John Candy

Una volta ero a casa di un mio amico e ci stavamo guardando un film con John Candy.

Ad un certo punto dico: "Certo che è un bel po' che John Candy non fa più film. Che ne è stato? Ha smesso di recitare? Come quella con le tettone che ha smesso di recitare per dedicarsi al Poker?"

Il mio amico Massimo mi rispode: "No, è morto"
Ed io: "Ma no! Ma come? Quando? Ma come mai?"
E lui: "Non saprei, è morto 10 anni fa"

Il mondo non si cura di me ma guarda e passa.

giovedì 19 marzo 2009

Il film di Final Fantasy

Quando vado a vedere un film al cinema con i miei amici, in genere alla fine della proiezione di piace parlarne. Se ci è piaciuto ci diciamo le scene che ci sono piaciute di più, ci scambiamo le opinioni sui significati (se ce ne sono) e così via.
Se non ci è piaciuto, parliamo del perchè e del percome, su cosa secondo noi non andava e su cosa avremmo migliorato.

Quando andammo a vedere il Film di Final Fantasy, non successo nulla di tutto questo.
Uscendo dal cinema, non dicemmo niente.
Tornando a casa, tutti in macchina, nessuno disse niente.
Arrivati a casa, nessuno disse niente.

E così per una settimana.
Non ci parlammo per una settimana.

Nel weekend successivo, nessuno fece menzione al film e la nostra vita tornò normale.
A me tra l'altro non era nemmeno dispiaciuto, ma... cosa bisognava dire?

Evidentemente niente. Per una settimana. Di qualunque cosa. Niente.

mercoledì 18 marzo 2009

La casa sull'albero

Anni fa, in montagna, avevamo una casa sull'albero.
O meglio, "sugli alberi": in pratica c'erano tre alberi cresciuti vicini gli uni agli altri e quindi ci avevamo fatto dei piani di legno che li collegavano.
Per la precisione tre piani.
Da lontano era imperiosa: sembrava un condominio senza pareti.

Ci giocammo per anni, anche se dopo qualche anno l'unico piano stabile era il secondo.

In genere quello che ci facevamo era urinare dall'alto sulla gente.

Bei tempi quelli lì.

martedì 17 marzo 2009

Rottame

"Oh Ale, ieri mi sono fatto un rottame pazzesco. Ero buio ma vedevo che era grassa a morte. In più forse aveva qualcosa all'occhio. Forse era pure zoppa.
Però vabbè, era buio, non mi sono accorto di molti di questi difetti. Beh, che era grassa sì"

I miei amici sono così.

lunedì 16 marzo 2009

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 17

Quando Braselo va in missione, non è mai contento. Il dover andare in una galleria d’arte, poi, lo indispettiva parecchio. L’arte non era mai stata la parte della conoscenza che Braselo aveva in assoluto più studiato, questo è certo. Braselo era molto forte in varie discipline, come la nota disciplina “Cunnilingus a squadre”, in questi giorni in valutazione per le Olimpiadi. Era molto forte nel “Lancio di cose che lasciano macchie orrende sul muro” o “Bere bibite dal naso con cannuccia”, ma l’arte… beh, l’arte no. No. Proprio no.
No.
Quando la sua macchina parcheggiò di fronte alla galleria “Greenhouse”, Braselo capì che quella sarebbe stata una giornata in cui avrebbe appreso molto.

“Signor Braselo! L’attendevo con smania e spasmi!” l’accolse il direttore della galleria.
Lasciate che vi presenti quell’uomo. Quell’uomo è Rodolfo Confessori Caligari, è di derivazione italiana ed è pentasessuale (penta è “cinque”. Lo sapevate? Buon per voi). Da questo ne deduciamo che lui apprezza dividere il letto con uomini, donne, animali, vegetali e minerali. La sua età effettiva è di 56 anni e il suo aspetto è molto simile a quello di Hugh Hefner, senza tutte le donne attorno (ma molti minerali), senza la vestaglia, di certo più grasso e con i capelli neri. Come Hugh Hefner.
Ma bando alle ciance, sembra che Rodolfo si stia presentando:
“Piacere, sono Rodolfo Confessori Caligari e questa è la mia Galleria. Molte cose qui sono state mie amanti, quindi io giro sempre attorniato da spasimanti. Ah, al momento sto con una modella. Si chiama… uhmm… O forse era un uomo…”
Braselò stritolò la mano di Rodolfo senza valutare la sua forza erculea e disse “Io sono Martin Braselo. Amo l’arte”
“Oh, che gioia abnorme! Quindi conoscerà di certo Vincent Van Gogh! Perché è stato un mio amante” Rodolfo si passò le dita sul vestito (GIALLO!) e vi soffiò sopra
“Van Gogh! Si certo. Mi piace molto il suo lavoro”
“E il suo artista preferito?”
“Van Gogh”
“Che coincidenza! Io amo molto il suo autoritratto. Mi ricorda i momenti di passione tra me e lui”
“Certo che a parlar d’arte il tempo vola! Ma veniamo agli affari!”
“Ma certo! La accompagno”
Rodolfo lo portò in galleria, dove Braselo potè ammirare il primo quadro di Greenhouse, “Natura morta con mela e banana”. Braselo non colse molto il significato, ma Rodolfo gli spiegò che quella era arte nel suo stato più puro in assoluto. Arte distillata.
Rodolfo spiegò a Braselo che quell’arte tanto pura derivava dal fatto che il quadro era composto da una mela e da una banana appiccicati alla tela, vuota. Capolavoro inestimabile nella sua purezza.
“Signor Caligari” chiese Braselo “Ma lei l’ha conosciuto il signor Greenhouse?”
“Sì certo, è stato mio amante, come tutti” Rispose prontissimo Rodolfo “E se è per questo, anche Brad Pitt e Angelina Jolie sono stati miei amanti. Assieme. Per ridurre i tempi e la fila”
“Ho capito. E mi dica: che persona era?”
“Adorabile! Un uomo buono e esplosivo d’arte. Conteneva tanta arte che gli usciva dagli orifizi, pensi”
Braselo provò ad immaginare l’arte che fuoriesce dagli orifizi, ma il cervello si rifiutò, mandando in sostituzione immagini di Jenna Jameson. Meglio così.
“Senta” disse Braselo, con tono risolutivo “Da lei voglio sapere solo una cosa: ha qui il suo secondo quadro?”
“Lei parla de “Il Portale”, non è vero?” Rodolfo si toccò il mento “Sì, è in questa stanza blindata”
“Perché blindata?”
“Perché tutti lo vogliono”
Rodolfo aprì la porta. La stanza era luminosa in maniera studiata, in modo da fa risaltare al meglio ciò che vi era all’interno.
Cioè niente, visto che non vi era nulla.
Rodolfo svenne, mentre Braselo scoppiò a ridere.
Braselo amava ridere della sfortuna dei pentasessuali.

venerdì 13 marzo 2009

Non ci credo ma non sfido la sorte

Non credo ai fantasmi. Intendo dire che non credo che dopo la morte, per qualche motivo, ci possa essere qualcosa che rimane e che può essere sentito o visto dai viventi.

Nonostante questo la cosa mi ha sempre affascinato: ci sono un sacco di documentazioni molto serie che dimostrerebbero che qualcosa di strano nel nostro mondo c'è. Nonostante questo, preferisco non credere.

Ci fu solo un momento, nella mia vita, in cui ci credetti un attimino. In pratica ero in montagna, con dei miei amici, per la precisione 4 miei amici.

Andammo in un vecchio Rascard (ossia le tipiche vecchie case valdostane), così per ridere.
Stavamo ridendo e scherzando, quando entrando nella sala da pranzo, trovammo la tavola apparecchiata per cinque.

Non ricordo se la tavola era pulita o sporca (i piatti potevano benissimo essere li da decenni), perchè fuggimmo subito via.

Caso o no, io non credo ai fantasmi.

giovedì 12 marzo 2009

Le vespe devono morire

Qualche anno fa, sentimmo un ronzare insensatamente forte. Guardammo dalla finestra e vedemmo una bella nube nera di insetti posarsi sul lauro da siepe di casa nostra.

Questi begli insetti pareva avevano deciso di stare sulla nostra siepe e si erano tutti quanti messi lì. Non saprei dire quanti fossero, ma così su due piedi temo si parlasse di cifre piuttosto elevate. Chessò: decine di migliaia.

Però stavano lì, simpatici, non facevano molto. Certo, passarci vicino era un po' pericoloso.
Per questo motivo mia madre chiamò i pompieri. Loro chiesero: "Sono vespe o api?"
E mia madre: "Non saprei, non mi sno avvicinata a controllare"
E loro: "Perchè se sono vespe, possono morire tutte"
Mia madre: "Davvero non saprei"
E loro: "Arriviamo noi e vediamo"

Neanche loro seppero decidere, più che altro perchè non cen'era nemmeno un volante in giro: tutti erano uniti in un globo gigante di corpi. Nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi.

Ad un certo punto un pompiere disse: "Facciamo finta che sono vespe".

Prese una canna e la punto verso il globo. Schiacciò un tasto e questa canna iniziò ad eruttare fumo. In pochi minuti tutti le bestie erano a terra, agonizzanti.
Il pompiere alleviò la loro sofferenza appiccando fuoco all'intero gruppo.

Questo ci insegna una lezione: se rinasciamo come vespe, vediamo di imparare a fare il miele, altrimenti dobbiamo solo morire.

mercoledì 11 marzo 2009

The body

Una volta uscii con la compagnia del mio amico Pao.
Quella sera era una serata speciale: ci sarebbe stata anche un'altra compagnia, in cui c'era una ragazza che era soprannominata "The Body".

Quando la vidi capii. Quella era pericolosa sul serio: di rado ho visto dal vivo delle ragazze che avrebbero potuto fare senza problemi le modelle di intimo, e questo era uno di quei casi. Maronna, era devastante. Non ve la descriverò, poichè sarebbe inutile, ma immaginatevi di uscire con degli amici e TAC! Arriva Adriana Lima vestita ed agghindata per una serata in discoteca.

Bene, questa ragazza ovviamente non notò me (un metallaro malefico), ma notò il mio amico Pao, che invece è sempre stato un figo.

Potremmo dire che la cosa era praticamente fatta, ma il fato decise bene di metterci lo zampino.

Domanda: Qual'è la cosa che più di tutte vi farà disprezzare da una turbofiga pazzesca che esce con voi e vi trova attraente?
Eccola qui.

Pao e questa tizia erano nella 500 di Pao (quella a parallelepipedo), fermi ad un passaggio a livello.
Quando il treno passa, lui fa per riaccendere la macchina, ma questa non parte.
Allora dice "Tranquilla! Tutto a posto!", scende dalla macchina, la spinge un po' fino a che prende un pochino di velocità, poi rizompa nella macchina al volo e la riaccende.

Ecco.

martedì 10 marzo 2009

Cadere a terra per l'Uomo Ragno

L'anno in cui gli 883 pubblicarono "Hanno ucciso l'uomo ragno", tutti noi, in montagna, non facevamo che ascoltarlo.

Lo ascoltavamo giorno e notte. Io addirittura avevo una cassetta che ascoltavo con un registratore Mono. Uno dei due canali della cassetta si consumò da tanto che l'ascoltai.

Una volta, tutti noi stavamo cantando la title track mentre saltavamo da uno sgabello di legno all'altro, in un giardinetto pieno di sgabelli di legno.

Elena, una nostra amica, malauguratamente, mise un piede in fallo e cadde a terra di faccia. Fortuna per lei la terra lì era morbida, così non si fece molto male.

Noi, siccome sapevamo che dopotutto non si era fatta niente, incuranti continuammo a cantare saltando da uno sgabello all'altro, mentre lei a terra piangeva disperata (dopotutto lei avrà avuto tipo 11 anni).

Secondo me quello che saltava qua è la degli 883, Repetto, sarebbe contento di leggere questa storia.
Su Pezzali non saprei.

lunedì 9 marzo 2009

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 15

“Sei stato troppo gentile con quegli uomini” disse l’uomo, di spalle “Quella gente è feccia”
“Quella gente ci ha fatto raggiungere il potere, ricordalo sempre” rispose Kiliak, appendendo il suo giubbotto all’appendino.
“No, ti sbagli” l’uomo scosse il dito “Quella gente non ha fatto nulla, perché sono stato io a portarti le informazioni di cui avevi bisogno”
“Tu hai portato le informazioni, mentre loro hanno svolto il lavoro”
L’uomo si alzò in piedi. Il suo viso era nero, così come le sue mani. Si potrebbe quindi dedurre che fosse un nero. Il suo unico occhio buono guardò in faccia Kiliak, mentre lo smeraldo infilato al posto del secondo splendeva non curante del fatto che dopotutto infilato lì non serviva a nulla.
“Immagino che da me vorrai altro, mi sbaglio?”
“Non sbagli” Kilak aprì un cassetto dalla sua scrivania, ne estrasse un plico e lo lancio all’uomo “Voglio questo”
“E perché lo dai a me?” rispose l’uomo, prendendo il plico
“Talune volte non sei molto diverso dalla mia gente, uomo nero senza nome” rispose Kiliak, sedendosi sulla sedia “Quello ti spiegherà ciò che voglio”
L’uomo aprì il plico e ne guardò il contentuto. Alzò l’occhio verso Kiliak e disse “Questo ti costerà. Ti costerà più del precedente lavoro”
“Quanto?”
“25 ghinee”

venerdì 6 marzo 2009

Parallelepipedo

Quando traslocai da Muggiò a Rescaldina, iniziai a Settembre andando alla scuola media di Rescalda.

Era molto diversa dalla scuola media di Muggiò: a Muggiò avevo tonnellate di compiti ogni giorno, mentre a Rescalda tutto sembrava più facile, tutto più alla "Vabbuò, che sarà mmai?".

Un giorno il professore di disegno tecnico disegnò alla lavagna una assonometria di una scatola, per la precisione un parallelepipedo.

Chiese: "Cos'è?"
Lo chiese a tutti. Ottenne risposte di ogni genere: "E' un quadrato!" "E' un cubo!" "E' un triangolo!"

In classe non eravamo in tre, ovviamente, ma circa una ventina. Stranamente, furono almeno dieci a dire "E' un quadrato", come se la risposta potesse diventare giusta con il tempo.

Arrivando a me, risposi "E' un parallelepipedo".
Il prof disse: "Bravo! E' un parallelepipedo"
Tutti iniziarono a mormorare ridendo "Parallepelipedo" "Parapelepido" "Pirellopodo" e cose del genere, quasi come se avessi detto "merda" in classe.

Diventai subito il secchione della classe. Che palle.

giovedì 5 marzo 2009

Fuma!

Una volta mi trovavo con una mia amica in un bar. In tal bar ella prese una birra media e iniziò a fumare una sigaretta.

Ad un certo punto mi disse: "Dai, bevi un sorso"
Ed io, vabbè, l'ho bevuto. La birra mi repelle, sul serio. Mi fa proprio rivoltare lo stomaco.

Ma questa era davvero una gran figa, quindi vabbè.

Finito di bere un sorso della sua birra mi fa "Ed ora fai un tiro dalla sigaretta!"

Ecco. La birra mi repelle, ma il fumo mi schifa in maniera mostruosa. Mi disgusta in una maniera tale che prima che mettessero il divieto di fumare nei locali, semplicemente non andavo nei locali.

Ella prese tutto questo come una offesa personale. In pratica mi tenne il broncio tutta la sera, dicendo che mi sono autoimposto delle regole dettate dagli obblighi imposti dai miei genitori nella mia infanzia.

Non c'è stato verso di dirle che i miei genitori mi dicevano di non fare tante cose, ma la metà la facevo lo stesso. Ormai ero diventato il pazzo che si autoimpone di non divertirsi.

Vabbè. Comunque era una gran figa.

The Hall of Oddities: Dead Set

Non è proprio una "oddity", ma quasi. "Dead Set" è un telefilm eccellente, molto crudo e violento.
E' un telefilm sugli zombie e sul Grande Fratello. In pratica c'è il Grande Fratello, la trasmissione televisiva, e ad un certo punto arrivano gli Zombie.

Sembra una barzelletta, ma è una figata.

Su youtube potete trovare un sacco di filmati ufficiali, purtroppo non embeddabili.
Quindi metto questo:



Ma andate su youtube a vedere!

mercoledì 4 marzo 2009

Dov'è Magenta

Magenta è una cittadina vicino a Milano.
Peccato che io, una decina d'anni fa, credessi fosse tipo vicino a Bari.

Non so perchè: il nome mi ispirava una città del Sud.

Ovviamente gli indizi forniti dall'ambiente non mi aiutavano.
Ad esempio, a Busto Arsizio ci sono dei cartelli che indicano per Magenta.
Io pensavo: "Ma guarda te se devono mettere qui dei cartelli per Magenta che è tipo in Puglia".
Questo perchè da bambino avevo visto un cartello per Milano a Pisa, quindi per me tutto era possibile.

In più una volta un mio amico mi disse: "Vado a fare un concerto a Magenta!"
Ed io: "Figo!"
E lui: "Vieni a vedermi!"
Ed io: "Ma va, pensa te se mi faccio ottocento chilometri per un concerto"

Allora lui mi spiegò.

Meglio tardi che mai.

martedì 3 marzo 2009

Tempo e Spazio

Quando facevo lezioni di chitarra ai bambini, ce n'era uno con un concetto di tempo e spazio molto personali.

Vediamo cosa intendo:
Lui: "Per le vacanze di Natale, con la mia famiglia siamo andati a Palermo, dai parenti"
Io: "Ah, bello distante da qui!" (la scuola è in Lombardia)
L: "Sì, infatti ci abbiamo messo tantissimo"
I: "Ah sì? quanto?"
L: "Circa due ore"
I: "Due ore?"
L: "Sì, non ce la facevo più"

Eh, dopotutto immagino che andare in Sicilia a cavallo di un missile non sia riposante.

Un'altra volta si parlava dell'ora di ginnastica.

Lui: "Oggi abbiamo corso"
Io: "Ah bene! E tu come sei andato?"
Lui: "Non benissimo, sono arrivato ultimo"
Io: "Peccato. Vabbè, ti rifarai la prossima volta!"
Lui: "Eppure ho corso veloce!"
Io: "Davvero?"
Lui: "Sì! Prima correvo piano, sui 100 KM/H, poi verso la fine ho fatto uno scatto da 200 KM/H"
Io: "Beh, bello veloce!"
Lui: "Sì, ma c'era chi correva più forte"

Gulp.

The Hall of Oddities: pubblicità del cioccolato

Questo post introduce la nuova sezione "Hall of Oddities", contenente foto e cose strane che ho notato durante la mia vita. Ho una collezione di foto inquietanti che credo sia invidiata da chiunque.

Iniziamo con questa pubblicità, che vedo spesso qui in UK. E' una pubblicità del cioccolato. Ripeto: del cioccolato.

lunedì 2 marzo 2009

Friends Loop

Dovete sapere che in UK, in TV, c'è un canale che passa "Friends" a morte.
In pratica passa due puntate al giorno. Queste puntate vengono replicate circa tre o quattro volte durante la giornata, che non sia mai che te le perdi.

E per rendere il tutto ancora più succulento, c'è anche il canale "+1", che ripassa tutto un'ora dopo, quindi friends te lo vedi punto e stop.

In pratica, in questo modo, un intero giro di tutte le dieci stagioni di Friends prende 6 mesi. E' come girare intorno alla Terra due volte l'anno.

Io lo uso un po' come unità di misura: "Sono in UK da un Friends loop".

Usatelo anche a voi: è comodo.



PS: non vedete i giochi perchè mi è stato consigliato, per evitare problemi in futuro e valutando la mia posizione nell'industria, di non parlare di videogiochi.