mercoledì 30 settembre 2009

Baci contagiosi

Una volta me ne stavo in macchina con i miei amici Giuseppe, Diego, Arianna e Valentina.

Io guidavo e mi stavo occupando di portare tutti quanti a casa, mentre Giuseppe era al posto lato guidatore e Diego, Arianna e Valentina erano dietro.
Tutti erano un po' ciucchi, tranne me che sono astemio.

Ad un certo punto, mentre parlavo con Giuseppe di varie cose, noto del movimento nel mio specchietto retrovisore. Che e'?
Guardo meglio e noto che Diego sta baciando con ardore Arianna.
Io e Giuseppe commentiamo la cosa ridendo e scherzando, mentre nel frattempo portiamo a casa Arianna, che esce.
Poco dopo, mentre porto a casa Valentina, noto nuovamente del movimento: Diego sta baciando con ardore Valentina.

Al che mi lamento, sostenendo che sono nel sedile sbagliato, ma ci ridiamo e scherziamo.
Portiamo a casa Valentina, cosi' non c'e' piu' nessuna da baciare in quella macchina.

Il giorno dopo tutti i componenti della storia ci chiedono di non dire niente a nessuno, poiche' erano tutti ubriachi e non capivano nulla.

Pare che in questo momento sia venuto meno a tale promessa.

venerdì 25 settembre 2009

Gusti

Anni fa, da bambino, abitavo nella ridente cittadina di Muggiò, vicino a Monza.
In tal ridente cittadina abitavo in un piccolo complesso abitativo con quattro appartamenti ed un gigantesco giardino.

In questi appartamenti vivevano varie persone adulte, che per me erano tutti "zii", anche se ovviamente non c'era nessuna parentela.
Una volta la zia Giancarla mi raccontò una barzelletta. Non ricordo minimamente lo svolgimento nè ricordo il finale, ma ricordo questi elementi:

In pratica c'era uno ("lo scherzante") che voleva fare uno scherzo ad un altro("lo scherzato"), così mise delle feci umane (proprie) all'interno in delle buste di plastica.
Le diede allo scherzato dicendo lui: "E' marmellata di mele!"
Lo scherzato, assaggiando il malvagio contenuto delle buste, non notò nulla di strano, poichè (a detta di questa signora) COME TUTTI SANNO, le feci umane sono dolci e sanno di mela.

Poi se non ricordo male lo scherzante diceva "E' merda!" e quello vomitava e tutti ridevano. O qualcosa del genere.

Non ha importanza: come capirete il succo è che COME TUTTI SANNO la merda è dolce e sa di mela.
Beh, quella signora aveva fatto la guerra.

Tutti noi sappiamo che in tempo di carestia... ogni... buco... o frutto di tal buco... è... ehmm... cibo?

giovedì 24 settembre 2009

Giudicare il lavoro altrui

Da bambino, mi stufavo un casino quando la maestra ci dava come compito lo studiare a memoria qualcosa.
Ero piuttosto bravo in quelle cose, ma nonostante ciò era la cosa più noiosa tra tutti i compiti possibili.

Beh, ci fu un anno (forse la terza) in cui questo imparare a memoria le cose diventò assai fastidioso e noioso, così, all'ennesima richiesta (imposizione) di imparare a memoria un brano, io mi ingerii.

Attesì la fine delle lezioni, attesi che tutti fossero usciti dalla classe, mi avviai verso la maestra le le disse, con voce ferma ed adulta (tradita solo da "tu" invece del "lei"):
"Maestra, tu non sai insegnare"

E fuggii.

Forse l'ultima parte non è proprio da adulti, ma vabbè.

Comunque la maestra non ci diede più roba da imparare a memoria, quindi il mio scopo era stato raggiunto.
Troppo Bello (come Interrante).

lunedì 21 settembre 2009

Video Agghiaccianti: Theme of Laura

Uno dei brani più carini della colonna sonora di Silent Hill 2, uno dei migliori giochi dell'orrore di sempre.

Peccato che la suoni dal vivo lo stesso Yamaoka, che non ha nemmeno accordato la chitarra.

La più bella del reame

Per qualche annetto, così, per ridere, verso la fine dell'estate decidevo quale era secondo me la tipa più bella che avevo visto quell'estate. Lo comunicavo ai miei amici e poi si discuteva su queste scelte, con discussioni molto raffinate e che si distinguevano per la loro classe.

C'erano ben due premi: miglior bionda e miglior mora.
In genere il premio della mora lo vinceva sempre una che per me era eccezionale, ma un anno non si presentò.
Così dovetti cambiare e scelsi quella tipa di ieri, quella che girava con l'americano. Però aveva questa ciambella che doveva eliminare.

Così pensai di andare lì e dirglielo:
"CONGLATURAZIONI! Quest'anno vinci il mio personale premio di più bella dell'estate cui capelli scuri!"
"GRAZIE! Che gentile!"

Era tutta sorridente e contenta

"Ma con riserva. Devi perdermi un cinque chili per Natale"

Non ha sorriso più. Non l'ho neanche più vista.

Sono troppo un figo.

venerdì 18 settembre 2009

Ultimate Frisbee

Qualche anno fa, in montagna, venne in vacanza un tale americano.
Questo personaggio girava tutto il tempo con una tipa che gli stava appiccicata. Ella era assai gradevole (aveva solo una ciambellotta su chiappe e panza, sulla quale ho la storia di domani) ed io davo per scontato che fossero assieme.
Quando venni a sapere che non lo erano, andai a rompere un po' le palle a questa tipa.
Aoh, sono maschio.

In pratica andavo lì, parlavo con il tipo biondo e facevo un po' il brillante, che non sia mai che magari quella tipa potesse girare il suo interesse verso di me.

Decisi che il gioco non valeva la candela un giorno preciso.
Il giorno in cui l'americano disse "giochiamo a Ultimate Frisbee!"
Lei subito disse "SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!"
Ed io "SIIIIIIIIIIIIIIII! Cos'è?"

Mi venne spiegato che è una roba che giocano gli universitari in america, una roba trendy che consiste nel lanciare il frisbee e fare punti in qualche modo che non ricordo.

Iniziai a giocare, ma il terreno era assai accidentato. Mi dissi: "Cosa può farmi il terreno accidentato?"
Puoi farti stortare la caviglia, ecco cosa può fare. Infatti lo fece.
Quando lo fece non ne soffrii molto. La caviglia mi sembrava "gommosa", ma non mi faceva male. In più l'americano era già distante e la tipa si gettava su di lui senza pudore.
Decisi che andava tutto bene e avrei continuato a giocare.

Capii che non era proprio proprio così quando, la sera, guardai la caviglia: si era gonfiata tanto che il gonfiore arrivava fino al ginocchio. Sembravo una di quelle signore anziane grasse, con le caviglie grosse. Eh, appunto.

Fu allora che non mi interessai più a quella ragazza: troppo pericoloso.

giovedì 17 settembre 2009

Ridere per non piangere

Anni fa me ne andavo in giro tutto allegro in bici con il mio amico Giovanni.
Andavamo spensierati in discesa alla sicura velocità di circa 50 Km/h, quando Giovanni prese un piccolo ostacolo e crollò a terra, scartavetrando sull'asfalto una percentuale molto elevata della sua pelle in vista.
Niente di grave, solo moltissime abrasioni qua e là, ma la madre se ne preoccupò oltremodo.

"So io cosa ci serve!" disse.
E prese l'acqua ossigenata, che come sappiamo è forse il detergente per ferite più doloroso in assoluto. Forse perchè quello che fa è bruciare tutto.

Beh, la mamma di Giovanni irrorava le sue ferite con l'acqua ossigenata e Giovanni soffriva infinitamente. Egli esprimeva questa sofferenza illimitata ridendo a crepapelle.
In pratica la madre versava l'acqua terribile sulle sue ferite sanguinanti e sulle sue carni esposte e lui rideva senza sosta, come se fosse la cosa più divertente del mondo.

Fate così: provate e sappiatemi dire.

martedì 15 settembre 2009

Ginseng

Eccoci rientrati, pimpati e rocamboleschi come sempre! Per il primo giorno dopo la fine delle vacanze, ho scelto un aneddoto dei tempi delle scuole superiori.
Ai tempi avevo un amico dal quale andavo ogni tanto a giocare col PC. Lui aveva un 386, mentre io un 286 e quindi potevamo giocare a giochi che a me non andavano, come il secondo Alone in the Dark.

Una volta, mentre eravamo li', sentimmo alla radio una pubblicita' che diceva all'incirca cosi':
"Quando mi sento un po' giu', la soluzione e' bere il buonissimo yogurt al ginseng"

L'idea di uno yogurt al ginseng mi faceva ridere moltissimo, cosi' siccome avevo sentito quella cosa in casa di questo mio amico, presi a chiamarlo con un soprannome senza senso.
Questo soprannome era "Pelleginseng", ed era un miscuglio tra il suo cognome e, appunto, ginseng.
Poi, lentamente, il soprannome divenne "Ginseng" per poi assumere la forma definitiva "Gins".

La mia fantasia non ha limite.