giovedì 15 gennaio 2009

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 9

9

5 Ottobre 1790

Oggi è andata molto bene: sono andato a visitare le mie terre. Sono molto ampie e sembrano fertili. Sono certo che le mie piantagioni di the e i miei allevamenti di bisonti da pudding andranno ottimamente. Rimarrò qui ancora qualche tempo prima di ripartire.
Nel pomeriggio ho parlato con il capitano Braselo. E’ stata una chiacchierata tra gentiluomini: il signor Braselo è molto colto e sembra avere grande rispetto per i suoi schiavi.
Solo poco fa sembrava esserci un po’ di fermento nel mezzo del campo: sembra che uno di quei mozzi puzzoni abbia trovato qualcosa. Tanto qualunque cosa si trovi nel mio campo è mia.

6 Ottobre 1790

Questa mattina quando mi sono svegliato, una donna di una curiosa genìa si è introdotta nella mia tenda: terrorizzato le ho intimato di uscire, ma lei mi ha porto un oggetto, tutto tondo e liscio.
In genere diffido degli oggetti dei barbari, in particolare se Italiani. Quella donna era tutta scura, quindi penso fosse italiana. Il fatto che non abbia parlato mi conferma l’idea che fosse Italiana: in Italia la gente si esprime ancora per versi.
Non toccherò quell’oggetto, sicuramente se lo tocco mi verrà lo scolo, il cimurro e la rettocolite ulcerosa.

10 Ottobre 1790

Mi hanno rubato il mio oggetto! Maledetti! Saranno stati quegli italiani vestiti con quella roba sgargiante, le piume in testa e i segni colorati in faccia.
Non capisco come abbiano fatto: gli italiani non si sono evoluti dallo stato di cro-magnon e quindi non sanno come organizzarsi. Non fa niente, domani Braselo di certo mi aiuterà.
Meno male che ho con me il mio the, altrimenti non avrei saputo cosa fare.

11 Ottobre 1790

Ho cercato Braselo tutto il giorno, ma ho trovato solo quel mozzo cencioso, quel Tazzullo. Stava parlando con i suoi colleghi bifolchi. Non so di cosa parlasse, ma ho sentito urla di giubilo e di approvazione. Non ho interesse in queste cose mondane tra gente con una cultura tanto ridotta, ma rivorrei indietro il mio oggetto. Prima non mi interessava, ma ora che me l’hanno rubato lo rivoglio.

12 Ottobre 1790

Sono chiuso nella mia stanza. I mozzi sembrano piuttosto seccati per qualcosa e cercano il capitano. Addirittura quel Tazzullo mi ha puntato alla gola la sua spada. Che maleducato. Quando l’ha fatto, subito mi sono messo a piangere, per dissimulare la mia gigantesca forza d’animo. Meglio far credere al nemico di essere deboli.
Comunque ora sto qui nella mia stanza, ben chiusa: non vorrei mai far esplodere la mia furia belluina e contundere qualcuno. Meglio stare qui nella mia stanza. Cioè, meglio per gli altri, non per me, io mica ho paura.

Nessun commento: