mercoledì 7 maggio 2008

Se non hai l'arte, non puoi metterla da parte

Io e l'arte del dipingere non siamo mai stati particolarmente uniti: il massimo che io riesca a fare è una pletora di omini stilizzati che fanno cose e vedono gente.
Se ora, che ho 28 anni, non riesco a fare niente di meglio di quegli omini, capirete bene che da bambino non poteva che essere peggio.

Basti pensare che una volta mia madre mi comprò il nuovo colore "verde oliva". Ne ero così felice che dovevo assolutamente utilizzarlo, ma la maestra ci chiese di fare un disegno sulla storia che ci aveva appena letto: aveva a che fare con una barca nel mare.
Io feci il mare (una roba blu), feci la barca (una roba rettangolare) e poi, a lato, ci misi una piccola isola e su questa isola ci misi un ulivo, con delle belle olive grosse e verdi oliva.

Nonostante questo vi fu un momento in cui la mia arte venne apprezzata. Una volta, la scuola elementare di Muggiò fece un concorso di pittura aperto a tutti gli studenti (i bambini). Io decisi di partecipare.
Disegnai un campo di grano che vedevo sempre da "ancora più bambino di quel che ero": nel momento in cui disegnavo, il campo non c'era più e ci stavano facendo delle case.
L'idea venne apprezzata molto, tanto che vinsi. Vincemmo a parimerito io e mia sorella. Sembrerebbe una cosa fatta apposta, ma i giudici scoprirono che eravamo fratelli solo alla premiazione.

Il premio era una bicicletta, che posseggo ancora e talune volte uso (ma talaltre no).

La morale di questa storia è: se non sai disegnare, devi fare un concorso ed i giudici sono anziani, punta molto sul disegnare le cose come erano ai bei vecchi tempi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho qualche problema ad immaginarti mentre utilizzi una bicicletta di quand'eri bambino...forse come rotelle di una bicicletta più grande?

Alessandro Monopoli ha detto...

Assolutamente sì :D