Da bambino non sono sempre stato convinto sul lavoro che avrei fatto, ho passato varie fasi.
Inizialmente da grande volevo fare il panettiere. Questo perchè vedevo che lavoravano di pomeriggio e poi chiudevano.
"Figata!" mi dicevo "Così la mattina dormo un casino"
Presto scopriiche non era così: i panettieri lavorano tipo tutta la notte.
Così ebbi un'altra idea: il taxista! L'unico problema che mi ponevo era che avrei dovuto imparare le strade, però vabbè, l'avrei fatto.
Ricordo che la maestra un giorno chiese che lavoro volevamo fare e tutti dissero cose tipo "L'attrice" o "l'astronauta" o "lo scienziato", dicendoci di imitare tale lavoro.
La mia interpretazione del taxista fu esilarante.
Poi mia cugina mi mostrò il C64 e allora vabbè: programmatore di videogiochi.
Forse era meglio il panettiere :D
2 commenti:
Io invece ho fatto un periodo (a 23 anni e mezzo) che pensavo "Se faccio un lavoro normale lavoro tutto il giorno e anche se c'è la pausa pranzo non è che posso sfruttarla più di tanto come tempo libero, se faccio il panettiere anche se non posso stare sveglio fino a tardi e devo svegliarmi presto almeno ho sempre il pomeriggio libero". Questo deriva dall'esperienza in uno stage con lavoro d'ufficio in cui l'orario era 8-12 e 14-18.
Scusa ma tu appena visto il commodore 64 avevi già capito che c'era gente pagata per fare i giochi e quindi quello era un lavoro e che si diceva "programmare" i videogiochi? :-)
Posta un commento