lunedì 18 febbraio 2008

La corsa campestre

Quando eravamo in terza media, la scuola organizzò una corsa campestre, che si sarebbe svolta nel parco di Castellanza, nel quale la scuola era locata.

A tutti venne imposto di partecipare. Anche a me ed al mio amico Massimo, nonostante entrambi a stento riuscivamo a correre per 300 metri senza sfiatare come manzi in calore.

La corsa consisteva in tre giri intorno al parco.

Pochi giorni prima, io, Massimo e Spampinato costituimmo la "Santa Allenza", che consisteva nel rimanere tutti assieme tutti ultimi.

Quando la campestre partì, la santa allenza resse bene. Pochi metri dopo, Spampinato partì. Noi, stupiti, dicemmo: "Ma?" e lui "Eh vabbè".

Un discorso pregno, che ancora oggi viene citato per la brevità, ma anche per la pregnanza.

Io e Massimo arrivammo per straultimi, doppiati due volte. Quando arrivammo al traguardo per la seconda volta, ci fecero uscire anche se mancava ancora un giro.

Il professore ci accolse complimentandosi. Tsè. Che ironia.

Presto ci rendemmo conto che non era ironia: per errore, ritenendo che fossimo al terzo giro, venimmo registrati come "quarto" e "quinto", quindi papabili per le regionali.
Noi cercammo subito di sistemare la cosa con i professori, anche se i nostri compagni desideravano sistemare il tutto in un altro modo: menandoci.

La morale di questa storia è: se dovete correre, correte da soli :D

1 commento:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu