martedì 3 febbraio 2009

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 12

New York, la città della Libertà, degli affari e del mare nel quale è meglio non entrare con il proprio corpo.
La città è come una immensa creatura sonnacchiosa, che assorbe l’energia vitale di chi ci vive, diventando tramite questa sempre più grossa e sonnacchiosa. New York è al limite: presto si addormenterà e morirà. Allora la sua carcassa sarà preda per le iene e Tazzullo sapeva benissimo che gli Aquati ed i Flagiati erano le iene più grosse. Non avrebbe accettato nemmeno per un secondo di dividere la carcassa con quegli esseri abietti e senza rispetto per nulla (tipo per il cibo).
La sera prima Tazzullo aveva mandato a casa il messaggero senza fargli/farle nulla. Non desiderava la morte, ma desiderava avvertire il suo nemico nella maniera più subdola: non uccidendo il messaggero, aveva detto a Lucian che non compirà gesti avventati e dettati dal momento.
Quel messaggero era ancora vivo e Tazzullo era certo che lo avrebbe rivisto. O rivista, a seconda di quel che era.
In questo momento il cielo stava diventando rosso: il sole stava tramontando. Tazzullo si fermò solo un secondo a guardare il cielo: per qualche ragione ritenne che quel momento fosse da conservare nella sua memoria. Fu solo un momento, poi si addentrò nella strada del vecchio saggio.
Ancora una volta le sue scarpe si sporcarono e la sua tuba grattò i balconi e ancora una volta il vecchio stava immerso nel lerciume.
“Craig Tazzullo, sei tornato. Hai portato con te l’obolo da me richiesto?”
“Ho con me l’obolo che tu hai chiesto. Hai con te le informazioni a cui io anelo?”
“Io ho quelle informazioni. Mostrami il guiderdone”
Tazzullo estrasse il sacco e lo lanciò al vecchio, che lo aprì.
“Uhmm.. qui abbiamo 25 ghinee, come da me richiesto. Ora ti spiegherò perché ti ho chiesto queste monete”
“In realtà preferirei che rispondessi alla mia sinuosa domanda”
Il vecchio non ascoltò: “Ti ho chiesto queste monete perché sono monete inglesi, come lo erano i tuoi antichi parenti. Te ne ho chieste proprio 25, perché sono gli anni che ti ho atteso con la tua domanda”
“Mi hai atteso per 25 anni, vecchio? Ma chi sei?”
“Non ha importanza il mio nome, ma quello che rappresento. Io sono la memoria di New York e 25 anni non sono nulla per la memoria di uno Stato”
“Rispondi alla mia domanda ora, vecchio” Tazzullo iniziò a spazientirsi “Parlami della chiave” Prese dalla sua tasca la chiave cilindrica “Questa chiave”
“Quella chiave” rispose il vecchio “E’ tua da sempre”
“No, è mia da un paio di giorni”
“No, è tua da sempre”
“Va bene, vecchio, è mia da sempre ed io sono Inglese. Continua”
“Quella chiave apre una grande porta, ma richiede la sua gemella. Entrambe le chiavi devono girare allo stesso istante per poter funzionare”
“Di quale porta stiamo parlando, vecchio?”

Nessun commento: