martedì 30 settembre 2008

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 4

Capitolo 4




Quella chiave era un rebus. Braselo aveva provato ad infilarla nella sua porta di casa e non l’apriva, aveva provato nella porta di Slominski e non l’apriva. Aveva provato in quella di Michael Jackson ma nulla da fare.

Evidentemente quella chiave non apriva alcuna porta. Evidentemente apriva qualcos’altro.
Proprio di fronte a lui si trovava in quel momento il temibile lestofante noto come “L’Uomo Troppo Bello”. Subito L’Uomo colse l’occasione e disse la frase che lo aveva salvato in ogni occasione: “Amami ora”
Braselo conosceva quel tranello e sapeva come rispondere “Non posso amarti, sei troppo bello”.
La risposta gettò nelle lacrime L’Uomo Troppo Bello. Questo porterà in tribunale Braselo e vari animali a noi non noti, come la Scolopendra Giovanna e lo Staffilococco Alberto, ma non è qui che leggeremo le loro storie.
La chiave.
La chiave era l’unica cosa che Braselo aveva in testa. L’unica cosa.

Quella sera Braselo tornò a casa e sua moglie lo salutò con un bacio.
Braselo accettò di buon grado e poi chiese “E tu chi sei?”
“Ma come chi sono?” disse Katia stupita “Sono la tua lasciva moglie!”
“Ah, certo” disse Braselo “Oggi ho avuto in testa solo questa chiave”
“Chiave? Cos’è, un verbo volgare?”
“No, è per aprire le cose”
“Quindi è quello che penso, una cosa volgare”
“Abbiamo entrambi capito cosa vuoi, Katia, ma attendi solo un secondo”
Braselo mise la chiave sul tavolo. Finalmente ricordava tutto. Si girò e si gettò tra le calde gambe di sua moglie, senza chiedersi perché la chiave lampeggiasse debolmente.

1 commento:

Giangio ha detto...

sempre + suspance

mi lascerai senza fiato per una settimana all'incirca