martedì 16 settembre 2008

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 2

Capitolo 2

“TANTI AUGURI A TEEEE TANTI AUGURI A TEEEE TANTI AUGURI MARTIN TANTI AUGURI A TEEEE!!”

Le urla di giubilo riempirono l’aria, mentre Braselo, entrando in ufficio, cercava di nascondere il più possibile il calendario: lui odiava le feste: erano fastidiose, rumorose e qualcuno finiva sempre per vomitare sul muro, sul soffitto, nelle bevande, nella piscina o quando le cose diventavano particolarmente euforiche, addosso a lui.
Comunque una buona festa non era certo male, così si tolse il cappello e disse : “Grazie ragazzi, ma...” si guardò intorno ”Non vedo dove siano i regali”
“Ma sono qui, Martin!” disse Carmen, la segretaria “Leggi il biglietto!”
Martin prese il biglietto e lesse:
“A Martin, per il suo ventottesimo compleanno, auguri! Gli anni passano e quelli da vivere sono sempre meno, eh? La bieca mietitrice si avvicina, ma sii felice! C’è gente più vecchia di te, come ad esempio il Papa”.

“Hey Braselo!” gridò Slominski, il capitano “Non è ora di riprodursi?”
“Faccio quello che posso” rispose Braselo bevendo un sorso di spuma “Ma per ora preferisco avere mia moglie nella sua forma ottimale”
“Fai bene, ragazzo mio. Io ho due cani e quando sono nati è stato un casino mica da ridere” Slominski prese un sorso di gazzosa “Poi ho anche due figli, ma a quelli pensa mia moglie. Leggono e scrivono, ma non mi sembrano più intelligenti dei miei cani. Loro ad un anno già si riproducevano, mentre i miei figli ad un anno non facevano che vomitare e bestemmiare”

Dopo la festa, Braselo si avvicinò alla sua scrivania e trovò una lettera. Erano ormai svariati anni che non riceveva una lettera, ormai riceveva solo e-mail. Prese la lettera, la annusò e sentì chiaramente il profumo: Channel n°5. La lettera doveva essere di Marylin Monroe.
Prese un coltello ed aprì la busta: a prima vista pareva vuota.
Ci mise dentro la mano e ci trovò una chiave, con un numero.
Braselo la prese, ne saggiò la consistenza ed il peso, vi si sedette sopra, ne valutò le proprietà terapeutiche e ne leccò la superficie. Fatto questo, la guardò: il numero era il “5”.
“Cinque” disse “Come le dita della mia mano”
La coincidenza non poteva essere casuale, ma non era quello che lo turbava: la chiave aveva il disegno perfettamente cilindrico, senza segni o scalfitture. Marylin era stata abile.

1 commento:

Giangio ha detto...

voglio il libro :D ...già mi piace