martedì 9 settembre 2008

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo - Capitolo 0

Con oggi parte la pubblicazione del sommo racconto lungo del detective Braselo. Tale racconto lungo è scritto in modo che il lettore non debba conoscere i personaggi, quindi non vi dirò nulla :D Sollazzatevi (e trastullatevi).
Il cognome del fortunato Martin arriva da un modo di dire che aveva un mio amico: quando uno faceva lo scemo, allora diceva che quello era un "Brasellone". Questo mi faceva ridere, così nacque Martin Braselo.
Ah, è Bràselo.

L'Emancipazione Sentimentale di Martin Braselo
Capitolo 0 - Introduzione
Mi chiamo Martin Braselo e sono un poliziotto. Il mio lavoro è prendere quelle persone che, in un modo o nell’altro, vanno contro la legge. Il mio lavoro non è proficuo, ma la mia paga è completata dalla soddisfazione che traggo nel prendere quei maledetti, immergerli nella pece e nelle piume e gettarli in prigione. E’ questa la mia vera paga.

Per il resto, spaccio droga, ma chi non lo fa?
Capitolo 1


Come sovente accade, il sole sorse all’orizzonte, illuminando con la sua luce ricca di energia tutti gli esseri viventi e non viventi della Terra.
Martin Braselo, poliziotto di New York, non poteva vedere questa luce, giacchè era intento nel dormire. La notte prima aveva acciuffato un malvivente, ed aveva fatto tardi. Un tipo tosto, uno di quelli abili a divincolarsi. Un paio di colpi di pistola non erano bastati a fermarlo, era troppo agile, ma Braselo era di certo più furbo. L’aveva investito con la macchina, risolvendo la questione.
Lentamente, come si confà ad un uomo appena sveglio, Braselo si avviò verso il bagno con lo sguardo spento, per tornare poi nel suo piccolo soggiorno vestito e profumato, pronto per bloccare tutti i dannati lestofanti che intendevano vendere pane raffermo agli anziani.
Quando entrò nel soggiorno, trovò un delizioso profumo di caffè appena fatto, unito a quello di lasagne e anatra all’arancia. Dietro a tutto questo non poteva che esserci una sola persona: Katia, sua moglie.

“Buongiorno tesoro!” disse Katia, aprendo il forno “Oggi è un giorno speciale, quindi insieme alle altre cose, ho preparato un piatto speciale!”
Prese dal forno un piatto contenente un cranio di scimmia ben cotto.
“Grazie tesoro” rispose Braselo sedendosi. Sua moglie era sempre così previdente, amabile e (come il lettore di romanzi si aspetta) decisamente gradevole nell’aspetto.
Martin prese la tazza del caffè e bevve allegro. Prese una fetta di anatra e disse “Cosa festeggiamo di tanto importante da aver dovuto estrarre il cranio della scimmia dal congelatore?”
“Ma caro!” disse la moglie sorridendogli “E’ il tuo ventottesimo compleanno!” Si avvicinò e lo baciò.
“Mia madre ti tirava sempre le orecchie quando compivi gli anni” disse Katia, sorridendo
“Ci sono momenti in cui non mi rammarico della sua dipartita” rispose allegro Braselo
“Beh, potrei tirartele io!”
“Tua madre era l’unica depositaria della metodologia e temo che il segreto dell’atto sia morto con lei”
“Temo di sì. Spero ti basti un bacio”
“Basterà”
E’ sempre bello vedere due persone che si baciano. Martin lo sapeva, per questo motivo teneva una telecamera nascosta in un buco nel muro, per riprendere questi momenti e serbarli, all’insaputa un po’ di tutti (tranne qualche amico pagante). Non sapeva perché lo facesse. Forse semplicemente sapeva che le cose belle durano poco.

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