giovedì 5 giugno 2008

Donne al volante

L'anno scorso sono stato per un breve periodo con una ragazza che chiameremo "Nina".

Ella non aveva un buon rapporto verso i veicoli a motore, ma credo che nulla come un buon racconto possa esemplificare la cosa.

Più o meno l'anno scorso siamo andati assieme a ritirare la sua macchina, una Ka blu. Quando arrivammo alla concessionaria, ella era già abbastanza terrorizzata. Questo terrore si concretizzò quando si mise al volante.

Il mio primo dubbio sulla sua capacità alla guida si presentò quando lei uscì dalla concessionaria: passò a non più di 4 micron dal cancello.

Una volta arrivati in strada, le consigliai di fare inversione. La strada era deserta ed era larga quanto una portaerei, quindi non erano necessarie manovre, bastava girare.
Bene, voi sapete che l'inversione prevede che prima della manovra la macchina guarda in una direzione, mentre dopo la manovra, la macchina guarda nella direzione opposta.
Capirete bene il mio stupore quando, alla fine della manovra la macchina si trovava più o meno nello stesso punto da cui era partita.

In pratica ella aveva fatto un bel giro di 360 gradi e si era fermata. Dopo esserci messi d'accordo sul significato della terminologia "Inversione di marcia", girammo la macchina e partimmo.

Eravamo in una stradina piccolina, che sfociava su un grande viale. Ovviamente la nostra stradina aveva uno STOP. Purtroppo Nina non aveva una grande dimestichezza col mezzo e quindi non sapeva partire bene: spesso la macchina si spegneva.
Quindi come risolveva questo problema? Semplicemente non fermandosi.

Nonostante le ebbi intimato di frenare, ella del tutto incurante e senza minimamente guardare nulla si infilò nello stradone. Capirete bene il mio augusto terrore cieco.
La feci accostare, la feci mettere al lato guidatore e la condussi io me medesimo a casa sua.

Oh, io mica voglio crepare.

Questa sua paura verso le soste agli stop si ripresentò svariate volte, ad esempio ad una rotonda. Qui però il tutto fu più intrigante: entrammo nella rotonda tagliando la strada ad uno che la rotonda già la occupava e poi la macchina si spense. A poco valsero i miei gesti di scusa, giacchè stavamo bloccando la città intera.

Ma questi luoghi comuni non dovevano essere tutti falsi?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Per qualche strana ragione, anche se ho letto, continuo a volerti bene. ;op

Nome in codice: Nina