martedì 25 marzo 2008

L'Amore sfonda il Gesso

Il mio amico Loris, qualche tempo fa, fu protagonista di una storia Epico Cavalleresca, con qualche sfaccettatura stilnovista.

Una volta, lui ed un suo amico di pare valore, si trovavano in un bar. In tal bar, ad un certo punto entrarono due creature abiette di sesso femminile, di cui una con la gamba ingessata.
Loris ed il suo amico, giacchè dispongono entrambi di una folta peluria sullo stomaco, si dirigono verso queste due creature abiette, che poco hanno di umano, tranne forse il genoma.

In breve tempo i nostri due eroi convincono le due creature a seguirli a casa, per fare imprecisate cose.
Arrivati a casa, presto si capisce cosa si sarebbe inteso fare e le creature non paiono disturbate da questo, giacchè evidentemente non capita loro molto spesso che degli uomini in carne ed ossa possano desiderare (o anche solo immaginare) di possedere i loro lovecraftiani corpi.

Allorchè tutti e quattro si gettano sul medesimo letto. Loris, poichè è il più stoico dei due, opta per la creatura con la gamba ingessata, che durante l'amplesso avrà a lamentarsi, ma neanche tanto, poi.

Credo che questo aneddoto, più di tutti, riassuma l'antico concetto: "In tempo di carestia, ogni buco è galleria".

1 commento:

Unknown ha detto...

"possedere i loro lovecraftiani corpi".... monops è un poeta nel corpo di un metallaro. A sua volta dentro il corpo di un poeta più grosso. Il tutto racchiuso da un esoscheletro di notevoli dimensioni.