martedì 15 aprile 2008

Lavabi ed alcool non sono amici

Come ricorderete, in montagna, durante i tornei di calcio facevo il guardalinee.

Un anno vinse "La Falconetta", la squadra di Johnny. Siccome ero amico di tutti loro, venni invitato a mangiare alla cena suprema, che si svolse nel ristorante "Le Solitarie".

In quell'occasione mangiai come non ho mai mangiato: arrivavano montagne di bistecche ed io, da solo, mi mangiavo tali montagne. Per anni la gente del posto ricordò quanto mangiai.

Ma non è solo per quel motivo che la serata venne ricordata.

Vediamo perchè.

Mauro fece una scommessa con il nostro amico autoctono Nando.
Decise che quella sera sarebbe riuscito a farlo ubriacare.
Per farlo venne scelta questa modalità: ogni volta che Mauro beveva un bicchiere di vino, anche Nando doveva.
Valeva ovviamente anche il contrario.

In breve tempo Mauro era completamente spezzato in due, mentre Nando era blandamente alticcio.
Quando Mauro si ubriaca, ha varie fasi: prima di tutto la fase in cui non capisce molto.
In questa fase volle andare in bagno, così decisi di accompagnarlo.

Quando arrivò, si appoggiò al lavabo.

Questo, tanto per farci ridere, crollò a terra andando in frantumi, nei quali cadde Mauro, facendosi un taglio sulla mano.
Io ero lì di fronte e mi turbai.

Ovviamente i gestori se ne ebbero a male, così scatto la seconda fase dell'ubriacatura di Mauro: la fase violenta. Fondamentalmente voleva uccidere tutti, così lo portai fuori, mentre gli altri parlavano col gestore.

Mentre io ero fuori, cercando di contenere l'ira di Mauro, all'interno si svolgeva un altro accadimento interessante: Johnny vide un bel bicchiere d'acqua.
Pensò bene di berlo, così, per darsi una schiarita di idee.
Lo buttò giù senza pensarci. Peccato che fosse grappa.

Inizò a vomitare istantaneamente, lasciando una bella scia di vomito dal tavolo fino a fuori, per la gioia dei gestori, già molto allegri.

Lì fuori, Mauro lo vide ed iniziò la terza fase: quella triste.
Gridò: "Ale lasciami andare! Johnny mi ha sempre aiutato quando io stavo male!"
Ed io: "Ma no, è uscito così, tanto per fare"
E lui: "Ale, io ogni tanto ti tratto male ma ti voglio bene!"
E si mise a piangere.
Poi si mise a dormire.

Quella storica sera rimase nei nostri racconti per anni, anche se temo che il fatto che io abbia mangiato come un suino sia rimasto un po' in secondo piano.

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